Immaginate una vinery della Napa Valley del film Sideways. Solo che a tavola mangiate spaghetti artigianali Setaro conditi con olio extravergine del Vesuvio, agio dell’orto...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Guarda il video - Clicca qui
Praticamente il massimo. Non è un progetto, ma la realtà costata 18 anni di sacrifici a Maurizio Russo che a 30 anni, d’intesa con il padre Giovanni che, pur scettico, gli diede carta bianca, creò un’azienda vitivinicola che oggi è un modello esemplare di modernità e di tradizione. Ce ne fossero una ventina di questo livello, la Campania potrebbe davvero svoltare.
Venire qui è una lezione di vita oltre che di piacere: girate in vigna, vedete l’orto, vi sedete godendovi il panorama mangiando il piatto semplice più buono della storia gastronomica dell’umanità e assistete al via vai di pullman, pulmini, auto private di turisti che vengono da ogni parte del mondo. Sono tra i 15mila e i 20mila l’anno e consumano tutto il vino prodotto fino all’ultima goccia, 50mila bottiglie in tutto.
Alle 17 la giornata finisce e si ricomincia il giorno successivo, per tutta la settimana, tutto l’anno tranne Natale.
Maurizio, terzo di tre fratelli, è quello che così ha saputo meglio interpretare la trasformazione del mestiere di vinificatore. Il padre, Giovanni, fondò l’azienda nel 1951, quando all’epoca il vino si portava sui carri trainati dai cavalli a Napoli e si svolgeva la trafeca, la trattiva tra piccoli produttori e negozianti che compravano e rivendevano in città. Il passaggio successivo è stata la produzione di vino ed è qui che Giovanni conosce Amodio Pesce, grande enologo di territorio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino