Il pomodoro San Marzano ha la sua carta di identità. E così la produzione dop dei 41 comuni dell'agronocerino sarnese (territori di Napoli, Salerno e Avellino)...
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«Vogliamo che i giovani ritornino al mondo agricolo - spiega Giuseppe Napoletano, amministratore di Solania Srl e della rete di impresa Solanacea 2.0
-. e questo progetto che mette insieme sinergicamente tradizione e innovazione ne è un valido esempio. I ristoratori e i pizzaioli che scelgono il San Marzano dop, quindi, arriveranno in azienda, individueranno il prodotto e saranno a conoscenza dell'intera filiera. Dal seme fino alla raccolta, alla trasformazione e alla distribuzione». Un'operazione di marketing territoriale: la latta sarà anche una confezione da mostrare con orgoglio nel proprio locale. «Il pomodoro San Marzano è un nostro prodotto di eccellenza chiarisce Antonio Limone, direttore generale dell'Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno e un progetto come questo rappresenta in pieno il lavoro dell'ente che dirigo. Cioè unisce la tutela delle produzioni, con la garanzia di un prodotto salutare, perché il codice Qr è un marchio di qualità». Vittorio Sangiorgio, vice presidente Coldiretti Campania sottolinea come «la cooperazione nel realizzare nuovi progetti sia importante così come la valorizzazione del comparto agricolo che in Campania contribuisce ad aumentare il Pil. Grazie a questa iniziativa la parte agricola e quella industriale si sono unite in maniera operativa». «Stiamo lavorando tanto dice Tommaso Romano, presidente consorzio San Marzano dop per ampliare la superficie coltivata in quanto la richiesta è davvero superiore all'attuale produzione e i dati in nostro possesso ci danno ragione. Nel 2015 su 150 ettari abbiamo avuto una produzione di 75mila quintali, lo scorso anno la produzione è raddoppiata arrivando a 116mila quintali con una superficie di 200 ettari». La scommessa è quella di una tracciabilità totale del prodotto grazie sempre alla sinergia tra produttori e trasformatori. «Bisogna unirsi. In Italia ci sono 16mila reti di impresa che vanno sempre costituite da professionisti e persone specializzate - conclude Paolo Fiorentino, presidente campano dell'associazione Assoreti -. Solo in questo modo le iniziative portate avanti dalle reti saranno garanzia di successo».
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Il Mattino