E' già festa grande a Napoli per la candidatura dell'arte dei pizzaioli napoletani a patrimonio immateriale dell'Umanità all'Unesco. Una proposta...
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In realtà si tratta di una conferma di una candidatura già avanzata lo scorso anno ma che non ha potuto essere discussa in sede Unesco perché si è deciso di contingentare non più di 50richieste l'anno.
Così ad un certo punto c'era chi pensava di proporre la Perdonanza Celestiana che si svolge a fine aghosto a L'Aquila ma la mobilitazione delle associazioni, di Coldiretti, Confesercenti, Cna coordinata dalla Fondazione Unoverde presieduta dall'ex ministro all'Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio è stata più convincente.
Il 14 aprile la candidatura sarà ufficializzata alla sede Unesco a Parigi e poi inizierà una lunga campagna elettorale per il voto finale previsto nel 2017. Stavolta certo perché la candidatura italiana della pizza occupa il quinto di cintanta posti disponibili.
Tra l'altro questa mossa previene una tentativo che stava nascendo in America, dove comunque la New York Style ha oltre cento anni. Un rischio concreto, visto che l'Opera Lirica è stata candidata dalla Cina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino