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NEW YORK La minaccia di nuovi attentati rimane altissima intorno all’aeroporto di Kabul, mentre gli Stati Uniti si preparano a portare via anche gli ultimi cittadini americani rimasti nel Paese. Ieri, le forze Usa hanno condotto un altro attacco contro due presunti terroristi del gruppo Isis-K. Questa volta i sospetti però non si trovavano in una zona isolata, come nel caso dell’attacco di sabato, ma erano nel centro di Kabul.
Almeno due kamikaze erano al bordo di un’auto carica di esplosivo. Un drone probabilmente partito da una base in Arabia Saudita, ha colpito la vettura intorno alle 5 del pomeriggio ora locale. L’esplosione è stata di tale forza distruttiva che ha danneggiato anche le case circostanti. La confusione sul posto era assoluta, e le voci si sono rincorse per ore, confuse, anche dagli stessi portavoce dei Talebani, secondo i quali c’erano state due esplosioni, una causata da un razzo dei terroristi indirizzato all’aeroporto ma caduto sull’abitato, e un’altra era la bomba americana sull’auto dei kamikaze.
L’incapacità degli stessi afghani di dare una precisa descrizione di quel che stava succedendo nella loro città ha generato dubbi e fughe di notizie.
La polizia in precedenza aveva parlato di un bambino morto, ma altre fonti locali hanno sostenuto che i morti erano sei, e quattro erano bambini. All’aeroporto nel frattempo il ritmo del lavoro era decisamente cambiato. Il numero dei passeggeri civili è passato dai quasi 20 mila dei giorni precedenti ad appena 2900 sabato e a 900 ieri. I soldati americani stavano preparandosi a salire loro stessi sui prossimi voli, e stavano caricando macchinario pesante e armi sofisticate sugli aerei da trasporto, distruggendo quelle di minor valore per non lasciarle nelle mani dei talebani.
Secondo il segretario di Stato Tony Blinken ieri mattina restavano solo 300 cittadini americani da evacuare. Resteranno invece purtroppo centinaia se non migliaia di afghani che non sono riusciti a raggiungere l’aeroporto e lanciano appelli disperati.
L’opinione pubblica americana, che rimane favorevole alla fine della guerra, avrebbe voluto con una schiacciante maggioranza bipartisan non solo l’uscita di tutti gli americani, scopo che il presidente americano sembra stia riuscendo a ottenere, ma anche di tutti gli afghani che hanno collaborato.
Per loro non resterà che la pressione internazionale, ma Blinken ha confermato che gli Usa non ascolteranno l’invito talebano e non lasceranno una presenza consolare. Il rischio di consegnare nelle mani dei Talebani dei possibili ostaggi è troppo grande. Ieri è arrivata per i profughi già fuggiti una buona notizia, in extremis: le forze americane sembravano aver trovato un volo per la società protettrice degli animali, che era all’aeroporto da quasi una settimana, con tutte le carte in regola, e 300 cani e gatti da portare il salvo. Sono tutti animali che i profughi, già portati al sicuro, avevano dovuto lasciarsi dietro, affidandoli al canile, che però ha ricevuto aiuti internazionali per organizzare il volo.
A tutto ieri dunque l’evacuazione ha portato in salvo 115 mila persone, in maggioranza afghani. Domani sarà la giornata finale della ritirata, quando anche l’ultimo soldato americano lascerà la terra che gli Usa hanno invaso nel 2001 per catturare Osama bin Laden, l’organizzatore degli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono.
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Il Mattino