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Un altro drammatico record, stabilito sull'onda del cambiamento climatico. A metà di questo mese di luglio 2023 la calotta polare antartica è risultata essere circa 2,6 chilometri quadrati inferiore rispetto alle medie dello stesso periodo relative al trentennio 1981-2010.
Il dato è emerso dai monitoraggi eseguiti giorno per giorno dal National Snow and Ice Data Center (NSIDC) dell'Università del Colorado, il più importante centro di ricerca statunitense dedicato alle calotte polari. Secondo il NSIDC, dunque, negli ultimi 45 anni (da quando sono iniziate le rilevazioni NASA nel 1979) l'Antartide ha perso un'area di ghiaccio grande quasi quanto la superficie dell'Argentina (quest'ultima è circa 2,7 km quadrati).
«Il sistema antartico è sempre stato molto variabile - ha spiegato alla Cnn Ted Scambos, glaciologo NSIDC - l'attuale livello di variazione è così estremo che qualcosa di radicale è cambiato negli ultimi due anni, ma soprattutto quest'anno, rispetto ai 45 anni precedenti».
I livelli più bassi dal 1979
Le parole di Scambos si riferiscono a un altro dato, anomalo ed estremamente inquietante, che gli scienziati americani hanno osservato in questo 2023: la maggior parte di questa "Argentina di ghiaccio" mancante si è sciolta solo nell'ultimo anno. Infatti, la quantità di ghiaccio misurata a metà luglio in Antartide è risultata essere circa 1,6 milioni di chilometri quadrati inferiore rispetto alla quantità rilevata un anno fa, nel luglio nel 2022. Il ghiaccio del Polo Sud - riferiscono ancora gli esperti - ha raggiunto i livelli più bassi, per questo periodo dell'anno, da quando sono iniziate le rilevazioni satellitari della NASA, a partire cioè dal 1979.
Basta guardare il grafico aggiornato in tempo reale del NSIDC per rendersi conto della portata del disastro ambientale.
Al Polo Nord non va meglio
Se in Antartide la situazione è critica, al Polo Nord non va affatto meglio. Durante la prima metà di luglio, l'estensione del ghiaccio marino artico è diminuita a un ritmo quasi medio di 81.800 chilometri quadrati al giorno. Il ghiaccio marino nell'Artico è di circa 1,31 milioni di chilometri quadrati al di sotto del periodo di riferimento che va dal 1981 al 2010. Volendo fare un paragone simile al precedente, se il Polo Sud ha perso un'area di ghiaccio paragonabile a quella che occupa l'Argentina, allora il Polo Nord ha perso una calotta superiore a quella del Perù (paese esteso 1.285.000 km²).
Le conseguenze sulla vita dell'uomo
Per capirre la portata dei questo annoso probelma, è utile osservare le conseguenze che questo sta avendo sulla vita dell'uomo. Lo scioglimento dei ghiacciai sta causando una riduzione della pesca nel Maine, negli Stati Uniti, così come l'arrivo di tempeste, uragani e inondazioni distruttive in tutto il Pianeta. L'Italia, come abbiamo visto in questo 2023, non fa eccezione.
Anche i pesci stanno cambiando le loro abitudini: hanno iniziato a deporre le uova in luoghi diversi, a causa del mutamento delle correnti oceaniche. Questo provoca a sua volta uno spostamento delle industrie ittiche. Lo stesso dovranno fare le comunità costiere che vivono di pesca: saranno costrette a dover fare i conti con emergenze sempre più frequenti. Un capitolo a parte lo meritano le nuove pandemie: infatti i ricercatori dell'Accademia cinese delle scienze hanno scoperto più di 900 specie di microbi mai viste prima che vivono all'interno dei ghiacciai dell'altopiano tibetano.
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