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C'è il rischio concreto che in Ucraina Vladimir Putin ricorra alle armi chimiche, e in tal caso la Nato potrebbe intervenire nel conflitto. Con questo monito del presidente Andrzej Duda la Polonia si mette alla testa dei falchi nello schieramento Ue, appoggiata in questo dagli Usa: la Russia, ha avvertito il consigliere per la Sicurezza nazionale Jack Sullivan, pagherà «un prezzo alto» se userà le armi chimiche.
«Se Putin usa armi chimiche interverrà la Nato»
Ma l'evocazione di questi scenari apocalittici non soffoca le speranze di una soluzione diplomatica del conflitto. Kiev si aspetta «risultati concreti» nei prossimi giorni, ha fatto sapere il suo capo negoziatore Mykhailo Podolyak, la cui delegazione domani avrà un nuovo incontro online con quella russa. Mosca «è diventata molto più sensibile alla posizione ucraina» e «ha iniziato a parlare in modo costruttivo», ha assicurato Podoliak, riecheggiando le timide aperture di cui ha parlato sabato il presidente Volodymyr Zelenski. Le richieste di Kiev, ha aggiunto, riguardano in primo luogo un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe d'invasione.
Anche da Mosca arriva una nota di ottimismo.
Questione neutralità
Tra i principali temi affrontati c'è la futura «neutralità» dell'Ucraina. Forse il punto su cui si potrebbe registrare più facilmente una convergenza, viste le concessioni già fatte almeno a parole da Zelensky. Nel moltiplicarsi delle iniziative diplomatiche entra in gioco anche il Qatar, che ha inviato a Mosca il suo ministro degli Esteri Mohammed bin Abdulrahman Al Thani. L'emirato, che come le altre ricche monarchie arabe del Golfo ha rifiutato di aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia (sebbene sia un diretto concorrente di Mosca come esportatore di gas), sta già svolgendo un ruolo di mediatore nelle ultime settimane tra gli Usa e l'Iran per cercare di riportare in vita l'accordo sul nucleare del 2015. «I segnali» che si possa avviare una seria iniziativa diplomatica ci sono, «ma i tempi sono lunghi», ha notato anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Mentre anche l'intransigente Polonia, nonostante l'avvertimento sulle armi chimiche, ha richiamato alla prudenza per non rischiare un allargamento del conflitto. Il presidente Duda si è detto decisamente contrario all'imposizione di una no-fly zone da parte dell'Alleanza, avvertendo che «questo significherebbe aprire la Terza guerra mondiale». Non solo: Varsavia ha chiuso anche la porta ad ogni ipotesi di trasferimento dei suoi Mig 29 all'Ucraina.
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Il Mattino