In balia del mare per ore e solo in nottata soccorsi da un cargo inviato dalla Libia, dove torneranno. Si è rischiata oggi una nuova strage in quel Mediterraneo che...
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Migranti, ieri 170 morti nel Mediterraneo
Al termine delle operazioni, il cargo Lady Sharm, battente bandiera della Sierra Leone, ha fatto ritorno in Libia, da dove il barcone era partito. «Verranno portati in salvo nel porto di Misurata», ha fatto sapere in serata Palazzo Chigi, che in precedenza aveva sollecitato la guardia costiera libica affinché effettuasse quanto prima l'intervento. Questi i fatti.
In mattinata Alarm Phone, il sistema di allerta telefonico utilizzato per segnalare imbarcazioni in difficoltà, ha ricevuto la segnalazione del natante in avaria al largo di Misurata. Ora per ora, minuto per minuto, ha raccontato via tweet il dramma delle 100 persone stipate nell'imbarcazione facendo il resoconto delle innumerevoli segnalazioni effettuate a Roma, La Valletta e Tripoli, quest'ultima indicata da tutti come autorità competente a coordinare i soccorsi.
«Abbiamo chiamato sette numeri differenti della sala operativa della cosiddetta Guardia costiera di Tripoli - raccontano i volontari - ma non abbiamo ricevuto risposta. Malta ci ha fornito un ottavo numero, che non risponde. Tutto questo è ridicolo. Ne basterebbe uno che funzionasse. Abbiamo avvisato Italia e Malta che la Libia non è raggiungibile. Nessuno ha attivato un'operazione di soccorso».
Affermazioni respinte dalla Marina libica, che con il suo portavoce, il brigadiere Ayoub Gassem, ha smentito che le richiesta di soccorso siano state ignorate, sottolineando che in mattinata altri 140 migranti sono stati salvati da una motovedetta di Tripoli.
A bordo del barcone i naufraghi hanno trascorso ore drammatiche: «Stiamo congelando, la situazione è disperata, aiutateci. «Abbiamo paura di morire», dicevano mentre imbarcavano acqua. Altri 47, salvati ieri da un gommone che stava per affondare, sono sulla Sea Watch, sempre al largo della Libia, in attesa di conoscere quale sarà il loro destino. «Nessuno ci dà informazioni, non sappiano cosa fare, quale sarà il porto dove attraccare - dicono dall'equipaggio - Chiediamo istruzioni e restiamo in attesa. Siamo stati rimandati ai libici che però non rispondono. Non c'è modo di parlare con loro».
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Il Mattino