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Le perdite del gas metano, dalle condotte sotterranee di Nord Stream 1 e 2, sono avvenute in una zona in cui sono sepolte delle armi chimiche dismesse. A rilevarlo ieri è stata l'agenzia per l'ambiente finlandese (Syke) che ha spiegato: il bacino danese di Bornholm è storicamente la discarica di quel tipo di armamenti nel Mar Baltico. Ci sono dei rischi? Le autorità finlandesi sono convinte che la distanza di diversi chilometri tra la zona dove venivano sotterrate le armi chimiche e i punti in cui sono avvenute le perdite, probabilmente a causa di un deliberato sabotaggio, sia rassicurante. Sono quattro le zone interessate, due in acque danesi, due in acque svedesi. Ieri sera dai funzionari della Danimarca è stato annunciato che la fuoriuscita di gas nell'atmosfera è cessata (ma questa notizia riguarda solo il Nord Stream 2).
«La pressione nel gasdotto si è stabilizzata».
EFFETTI
Il temuto arrivo in Italia della nube, formata soprattutto da ammasso di metano, che si è vista sul cielo di parte delle regioni scandinave ma anche della Gran Bretagna, non c'è stato. Secondo gli esperti è probabile che si sia diluita nell'aria prima di raggiungere il sud dell'Europa. Paolo Cristofanelli, ricercatore dell'Isac-Cnr per il progetto Rete Icos (Integrated carbon osbservation system), ha spiegato: «La coda della nube di metano che si è formata a seguito della fuga di gas del 27 settembre dai gasdotti Nord Stream 1 e 2, stimata in circa 80mila tonnellate, non è stata al momento rilevata sul nord Italia. Potrebbe dunque essersi diluita nel tragitto, aver cambiato traiettoria o non essere ancora rilevabile sul nostro Paese». La preoccupazione degli scienziati non è tanto legata agli effetti diretti e immediati sulla salute dei cittadini, ma guarda al possibile contributo delle emissioni che causano un aggravamento del cambiamento climatico.
TRITOLO
Ma c'è un altro fronte su cui resta alta l'attenzione: chi e cosa ha causato il danneggiamento delle condotte sottomarine? Su questo Putin, nel discorso di venerdì, ha accusato le potenze occidentali, ma alle sue parole non ha creduto nessuno.
PRAGA
La ministra degli Interni tedesca, Nancy Faeser, ha detto che sarà formato un gruppo investigativo congiunto con Danimarca e Svezia per indagare sulle esplosioni: «Tutte le indicazioni ricondurrebbero ad atti di sabotaggio sui gasdotti Nord Stream». Ora però le preoccupazioni sono concentrate su tutte le infrastrutture, non solo quelle legate alle forniture energetiche, che si trovano nel Mar Baltico, a partire dai cavi che assicurano le connessioni digitali, fondamentali ad esempio per le transizioni finanziarie e le comunicazioni. Spiega il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ieri ha incontrato la prima ministra danese Mette Frederiksen: «Il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream è una minaccia per l'Ue. Siamo determinati a proteggere le nostre infrastrutture critiche. I leader affronteranno la questione al prossimo vertice di Praga». La riunione informale dei capi di Stato e di Governo si svolgerà giovedì e venerdì nella capitale della Repubblica Ceca.
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Il Mattino