NEW YORK – In una conversazione privata, a porte chiuse, lo scorso 9 aprile, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha chiesto a Donald Trump quello che aveva...
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Fed verso la conferma degli attuali tassi nonostante le pressioni di Trump
Tuttavia pare che l’Amministrazione sia divisa, e che alcuni vedano il passo come estremamente complicato, al punto che sarebbero in analisi possibili versioni ridotte o alternative, ad esempio di dichiare “gruppo terrorista” qualche associaziome che sia scaturita dalla Fratellanza, o solo la branca che agisce in Egitto, dove al-Sisi l’ha già messa fuorilegge.
La Fratellanza Musulmana infatti è una associazione molto vasta e non centralizzata, con filiazioni in numerosi Paesi del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale. Gruppo sunnita, nato nel 1928 dopo il collasso dell’Impero Ottomano, ha attraversato periodi di clandestinità e periodi di partecipazione ufficiale alla vita pubblica e politica.
A differenza dei vari gruppi jihadisti che popolano la galassia mediorientale, i Fratelli non lottano per l’esportazione dell’Islam nell’Occidente, ma si battono per mettere la fede islamica al centro della vita politica e sociale dei Paesi musulmani. Sebbene ricorrano a metodi pacifici e alla beneficenza e si oppongano alla violenza, sono stati accusati di aver favorito ideologicamente la nascita del terrorismo.
Tuttavia, questa è proprio una situazione in cui è impossibile fare di tutte le erbe un fascio, in quanto l’associazione è oramai così diffusa, da aver assunto vesti e volti diversi nei vari Paesi. Ha dato vita a partiti politici in Tunisia, Marocco, Algeria, Mauritania, Giordania. E non vive solo di donazioni private, ma di donazioni di governi: la Turchia e il Qatar in primis.
Dichiararla in massa fuorilegge significherebbe quindi paralizzare i rapporti con numerosi governi, alcuni dei quali stretti alleati degli Usa, come la Turchia. Questa valutazione ha diviso l’Amministrazione in due gruppi, con il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton favorevoli alla designazione, e diplomatici di carriera, funzionari dell’intelligence e del Pentagono su posizione contraria.
Bolton e Pompeo hanno già ottenuto che il presidente dichiarasse terroriste le Guardie della Rivoluzione, un braccio del governo iraniano. E già quella è stata una decisione senza precedenti: gli Usa non avevano mai usato prima la condanna di terrorista contro un organo ufficiale di un governo.
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Il Mattino