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Il riscatto dell’Onu, dopo tante missioni che si sono fermate o sono fallite davanti alla violenza dei bombardamenti. «L’integrità fisica della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia è stata ripetutamente violata», denuncia il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, dopo una drammatica ispezione. «Ed è qualcosa che non può continuare ad accadere», conclude. La Russia ha chiesto una convocazione del Consiglio di sicurezza Onu proprio per discutere del bombardamento della centrale nucleare da parte ucraina. Il convoglio di nove Suv bianchi con le bandiere azzurre delle Nazioni Unite attraversa la guerra in Ucraina, sfida missili, granate, scontri a colpi di mitra, addirittura un tentativo secondo i russi di sbarco dal fiume Dniepr di 7 motoscafi con 60 incursori ucraini «addestrati dagli inglesi», un’unità tattica in un blitz per riprendere la centrale. Tutto poche ore prima dell’arrivo dei 14 esperti dell’Aiea, il cui annuncio invece di silenziare le armi accende la miccia e il solito scambio di accuse. Eliminati, dicono i russi, 40 sabotatori di Kiev con gli elicotteri militari. Sulla vicina città di Energodar piovono bombe che Mosca attribuisce al fuoco di copertura ucraino per l’azione di sbarco (e gli ucraini ai russi). All’alba, quando la missione deve affrontare, d’accordo Kiev e Mosca, il tragitto in territorio ucraino, come voluto da Zelensky, verso gli impianti, si combatte forte. Colpi di mortaio a 400 metri dal reattore 1 attivano il sistema d’emergenza che spegne il reattore 6, uno dei due rimasti in funzione. E danni alle linee elettriche, con passaggio all’alimentazione diesel.
Quindi, avanti.
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Il Mattino