CASERTA - Centinaia d’ auto importate dall’estero in modo illecito, attraverso la falsificazione di fatture e senza pagare l’Iva, e rivendute in Italia a ignari...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nell’indagine denominata «Foreing Cars» e coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, sono indagate altre dieci persone, in particolare i soggetti che si sono intestati in maniera fittizia le società utilizzate da Perrino per poter effettuare gli acquisti, e due segretarie del 56enne, che materialmente avrebbero predisposto la documentazione falsa; alla fine di ogni giornata - è emerso - le due donne distruggevano tutti i documenti commerciali su indicazione dello stesso imprenditore, in modo da non lasciare traccia degli illeciti. I finanzieri hanno anche individuato il capannone dove Perrino e i suoi complici si incontravano per falsificare le fatture. La frode, hanno poi accertato gli inquirenti - avveniva attraverso l’utilizzo da parte di Perrino di società cartiere, esistenti dunque solo su carta; il 56enne ne avrebbe utilizzate otto con sede in Italia e tre in Repubblica Ceca, tutte intestate a prestanomi.
Tale società acquistavano le auto provenienti da Germania e Belgio, in sospensione d’imposta, trattandosi di acquisti intracomunitari. Le fatture emesse dalle concessionarie estere venivano poi alterate, e come acquirente veniva posto il cliente privato finale, con la dichiarazione che l’Iva era stata pagata all’estero, cosa non vera. Altra modalità si concretizzava con l’indicazione della società cartiera con sede a Praga come venditrice; anche in questo caso l’Iva veniva dichiarata come pagata. Perrino e i soci guadagnavano appunto sul prezzo finale praticato ai privati - comprensivo dell’Iva mai pagata - cui era rivenduta l’auto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino