PARIGI – Se credete che la micro mobilità urbana, economica e affrancata da divieti e limitazioni sia ormai riservata esclusivamente a scooter elettrici, bici e...
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La nuova microcar a zero emissioni di Citroen è figlia del concept AMI ONE presentato nel 2019 prima a Ginevra e poi al VivaTech di Parigi, maxi fiera dell’innovazione proiettata sul futuro. In quei giorni tutti i discorsi di manager e progettisti erano concentrati sulle attività di ricerca e sviluppo, ma in verità pochi credettero nella possibilità che si potesse passare in tempi così rapidi dal concept avveniristico al prodotto di serie. E invece l’AMI di nuova generazione è già realtà. Certo, una realtà anticonformista, alla quale si dovrà fare l’abitudine, come avvenne nel secolo scorso prima con la 2 CV poi come l’AMI 6. Ma una cosa è certa: il 30 marzo sono partitigli ordini in Francia, al prezzo di 6000 euro (grazie agli incentivi statali) e tra qualche mese sarà possibile acquistare l’AMI anche in Italia, Spagna, Belgio, Portogallo e Germania. Le prime consegne ai francesi sono previste in giugno, entro la fine dell’estate negli altri paesi.
Ma vediamo come è fatta questa microcar destinata a rivoluzionare la mobilità urbana. E cominciamo col dire che in realtà è un quadriciclo leggero, che – secondo le anticipazioni della Citroen – “offre una guida fluida grazie all’assenza della frizione e un’accelerazione istantanea alla partenza, assicurata dalla coppia disponibile immediatamente”. Il sistema di propulsione consta di un motore elettrico con potenza di 6 KW (8 cv) abbinato a una batteria da 5,5 kWh, che pesa 60 Kg ed è alloggiata sotto al pavimento. La velocità massima dichiarata è di 45 km/h, quanto basta per muoversi in città, ovviamente con accesso assicurato nelle ZTL.
Avendo rispettato le “linee guida” tracciate dal concept del 2019, l’AMI offre un abitacolo limitato sì a due posti, ma spazioso, confortevole e luminoso, con tanti pratici vani porta-oggetti e un’ampia area di carico alle spalle dei sedili per sistemare pacchi, cartelle, zainetti. Da notare che i due sedili sono sistemati in posizione sfalsata (quello del passeggero è fisso) per offrire una reale sensazione di spazio e comodità nei movimenti. Originale anche la soluzione adottata per gli sportelli: sono identici a destra e a sinistra, ma prevedono un’apertura differenziata, antagonista per il conducente (per una migliore accessibilità), tradizionale per il passeggero. Le superfici vetrate (parabrezza, vetri laterali e lunotto) sono molto ampie. A differenza che per il concept AMI ONE, l’auto non è decappottabile, ma di serie viene fornito il tetto panoramico: ciò assicura una luminosità insospettabile e rafforza la sensazione di spazio, offrendo al contempo un’ampia visibilità. Ciò detto, i vetri laterali sono, come sul concept AMI ONE, ad apertura basculante e manuale: una chiara citazione della mitica Citroen 2 CV.
Proprio come sul concept, al posto di guida l’occhio è attirato dalle grafiche specifiche a scacchi utilizzate per il quadro strumenti posizionato in linea con il volante (di forma circolare, mentre sul concept era rettangolare). Di spicco, alla destra del volante, l’alloggiamento per lo smartphone, che diventa il display di bordo principale e permette di navigare (e ascoltare musica). Diversamente che per l’AMI ONE, che montava grandi ruote da 18”, qui le dimensioni sono da 14 pollici. Soprattutto, viene sottolineato l’aspetto sicurezza, rammentando che “l’AMI dà garanzie di una protezione superiore rispetto a quella assicurata dai mezzi su due o tre ruote”.
Non avendola guidata, sul comportamento dinamico possiamo dire poco. Una cosa però è certa: con un peso di 485 kg e un raggio di sterzata di 7 metri, difficilmente ci saranno concorrenti in grado di competere in materia di maneggevolezza e facilità di manovra. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino