Covid-19: fabbrica Tesla ferma. Musk minaccia: «La sposto, trasferirò sede e progetti da California a Texas e Nevada»

La fabbrica Tesla di Freemont in California
ALAMEDA - Elon Musk minaccia di lasciare la California, dove si trova il suo unico sito di produzione di auto elettrice Tesla in Usa, perché le autorità locali gli...

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ALAMEDA - Elon Musk minaccia di lasciare la California, dove si trova il suo unico sito di produzione di auto elettrice Tesla in Usa, perché le autorità locali gli hanno vietato di riprendere la produzione a causa della pandemia di coronavirus. "Francamente è 'la goccia che fa traboccare il vaso, Tesla trasferirà immediatamente la sua sede e i suoi progetti futuri in Texas/Nevada e se dovrà mantenere una attività a Fremont dipenderà dal modo in cui siamo trattati", ha twittato. Tesla "presenterà immediatamente un'azione legale contro la contea di Alameda", ha annunciato il suo fondatore su Twitter, accusando un "dirigente sanitario non eletto e ignorante" della contea di "agire in modo contrario al governatore, al presidente, alle liberta' costituzionali e al comune buon senso!".


La casa automobilistica aveva annunciato di voler riaprire parzialmente ieri la sua fabbrica a Fremont, con il 30% della forza lavoro, ma una dirigente sanitaria della contea ho deciso di vietarlo perchè l'area è ancora sotto restrizioni e Tesla non rispetta i criteri per il riavvio. Musk ha fatto valere l'esperienza della società in Cina, dove la sua fabbrica ha riaperto dopo che la crisi di coronavirus è stata riportata sotto controllo. "Tesla sa meglio di un piccolo funzionario ad interim non eletto cosa deve fare per riprendere la produzione in completa sicurezza, grazie all'esperienza acquisita nel nostro impianto in Cina", ha spiegato l'imprenditore. Nei giorni scorsi il patron della casa automobilistica aveva attaccato duramente i lockdown: "dire che non si può uscire di casa e che se lo si fa si è arrestati è una cosa fascista. Non è democratico, non è libertà: restituite alla gente la sua libertà", aveva twittato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino