DS Virgin Racing, ecco la palestra formidabile per sviluppare le auto di serie

Thomas Chevaucer, direttore tecnico di DS Performance
PARIGI - Si chiama DSV-03 ed è una sigla che dice tutto: DS Virgin numero 3 con chiaro riferimento alla terza stagione di Formula E (sulle 4 in totale) cui il team...

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PARIGI - Si chiama DSV-03 ed è una sigla che dice tutto: DS Virgin numero 3 con chiaro riferimento alla terza stagione di Formula E (sulle 4 in totale) cui il team franco-britannico prende parte. Nella stagione 1 c’erano solo le insegne di Sir Charles Branson a sventolare sulle bandiere di quella che poi è invece diventata l’espressione diretta del gruppo PSA nella categoria delle monoposto ad emissioni zero. Il motivo è ovviamente tecnico, soprattutto da quando il regolamento permette ai singoli team di sviluppare il motore, la trasmissione e il software di controllo mentre il telaio rimane uguale per tutti ed è realizzato dalla italiana Dallara.


A svelarci in anteprima la DSV-03 che debutterà ad Hong Kong il 2 dicembre è il direttore tecnico di DS Performance, Thomas Chevaucer. La monoposto è sospesa ad un metro da terra, ha ancora il carbonio nudo, è priva delle ruote e con il cofano posteriore aperto. La parte centrale, quella dietro al pilota, è sostenuta da una struttura tubolare fittizia al posto della batteria, proprio dove le Formula 1 hanno il serbatoio della benzina.

Ancora per quest’anno, ha una capacità di 28 kWh, è prodotta dalla Williams e pesa 230 kg sul totale degli 880 kg che il regolamento assegna alla vettura con licenza di avere una zavorra per modificare il bilanciamento della masse sui due assali. Poco dietro c’è invece una scatola in carbonio che sostiene le sospensioni e contiene il gruppo motore-cambio che, evidentemente, ha dimensioni minime, ma è quello che fa la differenza. I tecnici francesi l’hanno smontato e messo su un tavolo accanto, sotto un lenzuolino che Chevaucer solleva solo per qualche istante. Effettivamente è uno scricciolo dove visivamente si distinguono il motogeneratore e il cambio a 3 rapporti, ma pesa 130 kg. Ha 200 kW in qualifica e 180 kW in gara, 10 in più rispetto allo scorso anno e la cosa ha un suo peso perché l’accumulatore è identico a quello dello scorso, ma in qualifica il consumo sale del 30-40% aumentando del 15-17% la potenza.


Il sistema rigenera in frenata fino a 150 kW ed è qui che entra in ballo l’elettronica. «Il software di gestione dell’energia è il fattore più importante, dove abbiamo fatto progressi enormi e – ci dice il direttore tecnico di DS Performance – c’è ancora tanto potenziale. Per questo l’esperienza che stiamo facendo in Formula E è fondamentale per sviluppare il nuovo know-how da utilizzare sulle le auto ibride ed elettriche di serie del gruppo PSA». Il regolamento permette anche di lavorare sull’aerodinamica interna dove il fattore determinante è legato all’efficienza poiché meno calore hanno da smaltire motore e batteria, minore è la superficie dei radiatori e migliore è l’efficienza aerodinamica della vettura. Sembra un’inezia, ma può far guadagnare quel metro che può trasformare un semplice piazzamento in vittoria.
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Il Mattino