MISANO ADRIATICO – Se il tempo cambia, Joerg Kottmeier è il primo a saperlo. Anche sul circuito di Misano Adriatico il manager della comunicazione della divisione...
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Misano è solo una nuova tappa del cammino che avete fatto assieme.
«È un membro della famiglia Bmw da decenni e da qualche anno è anche Bmw brand ambassador e non soltanto pilota ufficiale. Ne siamo particolarmente orgogliosi. Aveva partecipato alle 24h di Spa e abbiamo pensato di fare qualcosa di ancora più grande. L'idea gli è piaciuta molto e così abbiamo deciso di puntare su Daytona».
E poi?
«Ha avuto una grande carriera negli Stati Uniti e la 24h di Daytona è diventato il nostro obiettivo. Solo che prima bisognava in qualche modo sperimentare l'auto e testare la nuova auto senza le protesi. E questo evento si prestava così ne abbiamo parlato ed eccoci qui».
La collaborazione con Bmw ha contribuito a rendere Zanardi un “grande”?
«Alex ha una personalità straordinaria e fantastica. Non solo in auto ma anche nelle paralimpiadi ha sempre dimostrato una grande ambizione e noi siamo la marca che ha cominciato con lui e che ha sempre continuato a lavorare con lui. Noi siamo la sua casa e siamo enormemente contenti di averlo nella nostra famiglia. Ma non siamo stati noi a farlo grande. È stato lui a crescere e noi siamo felici di averlo potuto aiutare a guidare un'auto che gli rende possibile dimostrare quello che persone come lui possono fare».
La speciale messa a punto dell'auto anticipa un programma “dedicato” di Bmw?
«Abbiamo ingegneri che lavorano con aziende esterne che si sono specializzate nella trasformazione, ma noi non abbiamo un programma per i diversi livelli di disabilità. In futuro? In questo momento no, ma non possiamo escluderlo».
Zanardi ha dichiarato di correre almeno per evitare l'ultimo posto.
«Penultimo sarebbe un grande risultato. Questa competizione è brutale. Ekström, che ha anche vinto il Dtm, in ottobre aveva partecipato alla sua ultima gara ufficiale. In maggio, seppur senza test, è tornato in pista per la corsa dell'addio ed ha chiuso ultimo. Il Dtm è difficile in un modo incredibile. Io credo che se arriva al traguardo con la macchina integra e senza venire doppiato sia un grande risultato. Ma il successo della sua partecipazione non dipende da questo. Quello che conta è che sappia far vedere quello che si può fare e che la gente capisca che con la forza di volontà, l'ambizione e la motivazione si possono raggiungere grandi traguardi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino