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Nonostante l’interesse per la nuova mobilità e il diffondersi di soluzioni definite dal software, il settore della componentistica legata ai veicoli Ice “tradizionali” rimarrà probabilmente un ambito di business praticabile per il prossimo futuro, indipendentemente dal fatto che la sua crescita sia stagnante o addirittura in calo. Pur se il mondo delle parti Ice lascia intravedere un calo del 44% dal 2022 al 2027, il mercato previsto - che sarà pari a 70 miliardi di dollari - rimarrà rilevante poiché la domanda globale dei consumatori resterà orientata per il 62% verso i modelli tradizionali con motori termici. Lo afferma una ricerca condotta dalla società di consulenti Deloitte che si basa su un’analisi quantitativa delle prestazioni finanziarie di quasi 300 fornitori automobilistici globali. Nell’ultima edizione dell’Automotive Supplier Study viene evidenziato che il settore della componentistica legata ai veicoli elettrici continua una forte traiettoria al rialzo.
I ricavi totali (per propulsori elettriche, batterie e celle a combustibile) dovrebbero aumentare potenzialmente del 245% dal 2022 al 2027, con una dimensione di mercato pari a 200 miliardi di dollari alla fine del periodo considerato.
Una ‘”turbolenza” che risentirà anche del fatto che molte Case automobilistiche puntano ad operare ‘all in’ (cioè fabbricando in azienda le parti) per quanto riguarda l’elettrificazione. Un trend questo che riduce il peso dei fornitori esterni e che per fortuna è opposto rispetto a quanto accade operando nel mondo dei motori a combustione interna (Ice). Per l’Automotive Supplier Study ulteriori segmenti caratterizzati da una potenziale crescita sono quelli dei sistemi avanzati di assistenza alla guida (Adas e relativi sensori) con il +75%, seguiti da elementi per abitacolo (+39%) ed elettronica (+37%). Nei prossimi cinque anni resterà invece stagnante - o in crescita allo stesso ritmo del mercato auto - il settore degli elementi del telaio fino ad arrivare a un valore di 147 miliardi di dollari.
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