ROMA - La Formula E si prepara a diventare sempre più italiana. Non solo ci sono l’E-Prix di Roma e la Dallara, leader mondiale dei telai per auto da corsa, che...
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I caricatori avranno una potenza di 80 kW, saranno raffreddati a liquido e impiegheranno 40 minuti per fare il pieno da zero alle batterie da 54 kWh di capacità fornite dalla McLaren Advanced Technologies. La tecnologia con la quale sono stati sviluppati e costruiti è interamente italiana e la difficoltà maggiore è stata limitare il peso di questi dispositivi a circa 200 kg e alle dimensioni di un frigorifero (60 cm per 100 cm per 200 cm di altezza) così da permetterne il trasporto. Per questo motivo, si è deciso di non spingere troppo sulla potenza che per le colonnine pubbliche ultrarapide raggiungerà i 150 kW entro il 2018 e poi addirittura i 350 kW nel corso del prossimo anno. Il capitolato originario della FIA e della Formula E parlava infatti di 120 kW, ma ben presto ci si è accorti che questa soluzione avrebbe creato più problemi che vantaggi.
Questo tuttavia non esclude che ci possano essere evoluzioni entro i prossimi 3 anni, in particolare sul software di gestione della ricarica mentre un lavoro notevole è stato fatto sui materiali e i condensatori con risultati che saranno di aiuto sia per le colonnine stradali sia per altri tipi di competizione. All’interno di Enel X infatti – la divisione di Enel che si occupa dei nuovi servizi e della mobilità elettrica – esiste una sezione specifica Motorsport che lavora alla Formula E e alla Moto E che partirà nel 2019 e, anche in questo caso, avrà molto di italiano visto che utilizzerà tecnologia tricolore sia per la ricarica sia per il mezzo, realizzato in questo caso dalla modenese Energica.
«Dopo aver contribuito al successo e alla popolarità del campionato – afferma l’amministratore delegato di Enel X, Francesco Venturini – ci allarghiamo ed entriamo direttamente nei box. La Formula E ci permette così di sviluppare e testare tecnologie e soluzioni innovative in anteprima che potrebbero essere trasferite sulle strade e messe a disposizione di chi guiderà le auto elettriche del futuro».
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Il Mattino