Federica Pellegrini partner di Michelin: le prestazioni che durano a lungo sono made in Italy

Federica Pellegrini accanto al Bibendum, il tradizionale "omino" Michelin
«Le gare mi mancano. Mi mancano l’adrenalina, il pubblico e anche l’annuncio della corsia prima della partenza». Parole pronunciate da chi di partenze e di...

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«Le gare mi mancano. Mi mancano l’adrenalina, il pubblico e anche l’annuncio della corsia prima della partenza». Parole pronunciate da chi di partenze e di blocchi se ne intende, ovvero da Federica Pellegrini che da ieri è partner di Michelin come simbolo di prestazioni, durata e italianità.


«Cominciamo oggi un nuovo viaggio con una persona davvero speciale – ha detto il direttore commerciale di Michelin, Marco Giuliani, nella conferenza stampa telematica moderata da Massimo Caputi – che incarna lo spirito della nostra marca. Federica Pellegrini è un esempio di prestazioni che durano nel tempo e anche di Made in Italy. Michelin è infatti presente da più di un secolo in Italia dove siamo il più grande costruttore di pneumatici. A Cuneo abbiamo il nostro più grande stabilimento dell’Europa Occidentale, dove lavorano 2mila persone e ad Alessandria produciamo pneumatici per i mezzi pesanti».

La data del 18 maggio come fine del lockdown causato dalla pandemia Covid-19 è emblematica e anche Federica Pellegrini non ha mancato di sottolinearlo. «La decisione – ha dichiarato l’atleta che ad Atene nel 2004 la sua prima medaglia olimpica, a 16 anni e 12 giorni… – di fermare e rimandare tutto è stata giustissima. Riprendere ora è molto dura. In vita mia non mi ero fermata per più di due giorni e invece stavolta l’ho fatto per 6 mesi. La sensazione è stata molto strana. Da un lato la felicità di ritrovare l’acqua, il mio elemento, dall’altro la mancanza di forza e soprattutto di sensibilità. Certo avrei voluto gareggiare quest’anno vista la mia età. Vuol dire che aspetterò un altro anno. Sperando che queste gomme reggano…».

Giuliani ha invece preso la Pellegrini e la sua gara prediletta, i 200 metri stile libero, per rilanciare una battaglia che Michelin sta portando avanti ovvero rendere obbligatori i test sugli pneumatici usurati affinché il cliente sia informato delle loro prestazioni non solo da nuovi, come avviene già con l’etichetta obbligatoria dal 2012. «Per vincere i 200 sl bisogna andare forte fino all’ultima bracciata. Allo stesso modo, lo pneumatico deve essere sicuro da nuovo fino al limite di usura di 1,6 mm. Noi chiediamo che i tempi non siano presi alla prima vasca, ma all’ultima che spesso è quella decisiva per vincere». Utilizzare gli pneumatici più a lungo in sicurezza vuol dire minor uso di materie prime, più risparmio per l’utente e meno rifiuti da smaltire.


Un principio che guida Michelin anche nelle competizioni. Non a caso è tra i soci fondatori della Formula E, partecipa al WEC e alla 24 Ore di Le Mans e anche alla MotoGP. Alla conferenza ha partecipato anche Piero Taramasso, responsabile internazionale competizioni moto Michelin, il quale ha ammesso che la pandemia ha rallentato lo sviluppo di un nuovo tipo di pneumatico, ma che lui e i suoi tecnici non vedono l’ora di tornare in pista. Lo sguardo di Federica Pellegrini è rivolto invece verso la sua quinta Olimpiade. «Le competizioni motoristiche e il nuoto sono abbastanza simili: bisogna andare oltre i propri limiti non solo in gara, ma anche nella fase di preparazione. Penso che la costanza faccia la differenza. Il mio corpo e la mia mente sono immersi in questo grande obiettivo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino