MARANELLO - Si blocca la trattativa tra Fca e il fondo di private equity Kkr per la cessione di Magneti Marelli, la società del gruppo che opera nella componentistica auto...
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Il nuovo amministratore delegato Louis Camilleri svela domani il piano strategico del Cavallino per i prossimi cinque anni. Investitori e clienti sono già a Maranello, dove vedranno in anteprima la nuova vettura che domani sarà presentata alla stampa: non dovrebbe essere l’atteso Suv, il primo del brand, ma una supercar in edizione limitata. Occhi puntati sui numeri finanziari del piano a cui aveva lavorato nel mesi scorsi l’ex presidente e amministratore delegato Sergio Marchionne, scomparso il 25 luglio. A Maranello Camilleri, che è stato nominato ceo il 21 luglio, sarà affiancato dal presidente John Elkann e dai top manager dell’azienda. In particolare l’attesa riguarda la conferma dei target al 2022, indicati da Marchionne, con il raddoppio dell’ebitda a 2 miliardi di euro. Secondo gli analisti di Mediobanca proprio il target dell’ebitda potrebbe essere rivisto al ribasso, «una revisione negativa sebbene in parte attesa dal mercato».
È stato infatti proprio il nuovo ceo, nella sua prima conference call nel mese di agosto, a definire «ambiziosi» gli obiettivi indicati per il 2022. Camilleri illustrerà le strategie di prodotto della Ferrari con i nuovi modelli, tra i quali il suv ma anche soluzioni ibride e veicoli completamente elettrici, che dovrebbero portare il numero delle vetture prodotte intorno a quota 10.000 (oltre 9.000 è il target 2018), mantenendo comunque l’esclusività del marchio. A Piazza Affari il titolo del Cavallino, che sconta anche la delusione del Gp di Singapore, perde l’1,4% e chiude a 112,9 euro. La vicenda Magneti Marelli preoccupa i sindacati: Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Associazione Quadri chiedono un incontro a Fca «per chiarire il futuro dell’azienda», mentre la Fiom,che lancerà da domani una campagna nelle fabbriche dell’azienda di componentistica, chiede al governo di intervenire.
«L’operazione spin off per noi è preferibile perché mette in sicurezza stabilimenti e l’occupazione, anzi, costruisce le condizioni per migliorare ulteriormente le potenzialità di crescita di un gruppo che ha venduto nel mondo oltre 8,2 miliardi di euro nel 2017, con oltre 43.000 occupati, di cui 10.032 nel nostro Paese», sostiene Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim Cisl. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino