Ford, il rinnovamento accelera: punta a ebit dell’8% nel 2023. Core business: modelli elettrici, veicoli commerciali e servizi

Jim Farley, ceo di Ford Motor Co
DEARBORN - Ford sta vivendo un momento di radicale trasformazione del business negli Stati Uniti, in Europa e negli altri mercati strategici, per passare da un modello...

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DEARBORN - Ford sta vivendo un momento di radicale trasformazione del business negli Stati Uniti, in Europa e negli altri mercati strategici, per passare da un modello tradizionale a quello di produttore di auto e veicoli commerciali elettrici, di fornitori di servizi connessi, di mobilità anche con mezzi a guida autonoma e di servizi. Lo ha detto oggi durante un incontro via web con gli analisti Jim Farley, Ceo di Ford Motor Co, confermando che nel 2030 le vendite globale dell’Ovale Blu saranno composte al 40% da modelli elettrici. Un dato già annunciato col piano Ford + che «sta rafforzando ulteriormente le nostre attività automobilistiche principali - ha precisato il Cfo John Lawler - generando un flusso di cassa costantemente sano che finanzierà la crescita e creerà valore». L’obiettivo è di arrivare globalmente ad un margine EBIT (utili prima di interessi e tasse) rettificato dell’8% nel 2023, composto da un margine del 10% in Nordamerica e da una redditività recuperata in altre aree, come dimostra l’attuale trend verso il 6% in Europa.

Una inversione dei risultati che si fonderà sulla radicale riduzione dei costi, sulla riprogrammazione dell’offerta in Usa e negli altri mercati (in Europa Ford si è già concentrata su veicoli commerciali e suv) e su importanti risparmi, come quelli derivanti dal miglioramento della qualità (opportunità da 1 a 2 miliardi di dollari per minori spese di garanzia). E naturalmente dalla sinergia con Volkswagen, con cui Ford svilupperà nuovi modelli elettrici condividendo piattaforme e siti produttivi. Lawler ha ribadito, per il raggiungimento degli obiettivi, lì importanza del miglioramento dell’EBIT delle attività extra Nordamerica, che è stato in area negativa per tre anni attorno a 2 miliardi di dollari e che è passato in area positiva (+0,3 miliardi) nel l’ultimo trimestre del 2020 ed è salito a 0,5 miliardi nel primo trimestre del 2021.

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Il Mattino