Francesco Nenci, è un italiano l'ingegnere a capo del Team di FE di Audi

Francesco Nenci, a capo del Team di FE di Audi
VALENCIA – Nella Formula E l'Italia che conta è “dietro le quinte”. Come nella scuderia Audi Sport Abt Schaeffler, dove il 51enne perugino Francesco...

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VALENCIA – Nella Formula E l'Italia che conta è “dietro le quinte”. Come nella scuderia Audi Sport Abt Schaeffler, dove il 51enne perugino Francesco Nenci è alla sua terza stagione come ingegnere capo del team di Formula E. Con René Rast, alla suo primo campionato intero nel circuito elettrico, ha già vinto il Dtm. In precedenza ha lavorato per 15 anni in Formula 1 con Toyota, Bmw Sauber e Marussia. «La Formula E è un campionato radicalmente diverso dagli altri – osserva – Lo stesso concetto di auto è differente, perché ha meno deportanza per facilitare i sorpassi. E, ad esempio, non ha tutti i tipi di gomme che ci sono in Formula 1. Qui si corre con gli stessi pneumatici, indipendentemente dalle condizioni meteo e dalle temperature, che in questi giorni a Valencia sono di 15°, ma che già a Santiago del Cile saranno di 50».

Sono diversi anche i circuiti.

«Dobbiamo rappresentare un divertimento ed un intrattenimento. Entriamo nel cuore delle città e non dobbiamo disturbare. Per questo i tempi sono concentrati. Cominciamo alle cinque del mattino, quando spesso è ancora buio. È uno spettacolo intenso, ma breve».

Quindi?

«Quindi dobbiamo essere efficienti. La stessa Federazione impone restrizioni. Il personale è ridotto e veniamo sollecitati a lavorare da remoto per ridurre le emissioni».

Quante persone?

«Abbiamo quattro meccanici e due ingegneri per macchina, quello di pista e quello di performance. Gli altri sono condivisi. In totale abbiamo diciassette pass operativi e altri cinque di supporto».

A Berlino, con sei ePrix in nove giorni come avete fatto?

«Una maratona, anche perché era il primo evento post-covid. Ci siamo alternati».

Quanto tempo serve per montare una monoposto di Formula E?

«Dipende. In azienda, dove ci siamo tutti, ci riusciamo in un giorno. Altrimenti ne servono anche tre».

Anche se sono tutte uguali?

«Le macchine sono sempre in giro. Ce le consegnano davanti ai box, all'interno dei container. Per questo occorre essere rapidi e disporre di strutture funzionali. In Formula E i tracciati sono meno standardizzati, basti pensare alle buche e ai tombini di Hong Kong. Gomme e aerodinamica sono definite dalla Federazione per garantire più sorpassi e adattarsi alle varie condizioni. Le prestazioni delle monoposto elettriche sarebbero potenzialmente molto superiori con interventi su pneumatici ed aerodinamica, ma questi bolidi devono correre in città e diventerebbero troppo veloci. Inoltre i costi rischierebbero di esplodere. La Formula E verrebbe snaturata».

I passaggi più difficili?

«Le sospensioni, l'alta tensione ed il sistema elettrico sono quelli che prendono più tempo».

E la velocità?

«Come detto, le potenzialità delle monoposto di Formula E sono impressionanti: l'unità elettrica, lo sanno tutti, ha una coppia costante disponibile subito. In questo campionato ai piloti vengono richieste capacità di guida differenti rispetto ad altre serie perché il peso è al posteriore e perché si corre tra i muri».

La sicurezza è un tema di grande attualità...

«Nessuno vuole vedere quello che è accaduto a Grosjean. Le monoposto di Formula E sono ben architettate e ben costruite e la batteria è protetta da una cellula di sicurezza. I rischi sono gli stessi, ma le condizioni sono differenti e le andature sono più basse proprio perché si corre in città».

Qual è l'obiettivo di un ingegnere di Formula E?

«Fare in modo di mettere la massima potenza a terra e fare in modo che la macchina sia guidabile in maniera controllabile sia in frenata sia in accelerazione. Ancora più in sintesi è ottenere i migliori parametri tra affidabilità e prestazioni».

Meglio la Formula 1 o la Formula E?

«Ho rispetto per tutti i campionati, fino a quando c'è competizione. E nella Formula E c'è una concentrazione di costruttori mai vista prima: ed è tutta gente che sa quello che fa. Il livellamento verso l'alto è estremo».

Audi ha annunciato il ritiro dalla Formula E: cosa farai?

«Attualmente sono concentrato sulla Formula E. All'interno del gruppo Audi ci sono molte opportunità interessanti: quando sarà il momento deciderò cosa fare».

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Il Mattino