MILANO - Mini non finisce mai di stupire e cattura l’attenzione svelando anime sempre diverse. Sul fronte più avanzato delle emissioni zero, l’iconico brand...
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Il motore 4 cilindri 2.0 TwinPower Turbo da 306 Cv e 450 Nm garantisce uno spunto da 0 a 100 km/h in appena 5,2 secondi e una velocità massima di 265 km l’ora. Strepitoso il battesimo sul giro al Nuerburgring: 7 minuti e 56 secondi, un indicatore assoluto di vitalità prestazionale. Un abisso rispetto alle precedenti generazioni di JCW GP lanciate nel 2006 e nel 2012. Questa terza serie, che verrà prodotta in 3mila unità di cui 150 per l’Italia (prezzo di partenza 45.900 euro), è davvero un saggio tecnologico.
Alimentazione e raffreddamento dell’olio sono specifici come il doppio scarico sportivo; il differenziale autobloccante è sull’anteriore, il cambio Steptronic a 8 marce offre paddles in alluminio al volante.
Freni a disco a pinza fissa anteriormente e a pinza flottante sulle ruote posteriori, anche queste vistosamente griffate e con la “firma” GP in evidenza. Esclusiva la conformazione del telaio con sospensioni ribassate di 10 millimetri, struttura rigida con motore e sospensioni collegate.
Forte, in ogni dettaglio, la caratterizzazione estetica rispetto a ogni altra Mini che deriva da precise esigenze funzionali, soprattutto di carattere aerodinamico. I passaruota allargati e l’apertura sul cofano sono comuni alle “normali” JCW, ma sono specifici e volutamente vistosi lo splitter e il grande alettone sul tetto con contorno a doppia ala.
Esclusivi pure i passaruota allargati in fiancata, che diventano vere appendici, tecnicamente battezzate “spats”: belle anche da osservare, in fibra di carbonio riciclata con trama a vista. La vettura è ribassata di 10 mm e l’assetto prevede regolazioni specifiche. Tutto studiato in funzione di una straordinaria dinamica di guida, a cui contribuisce la funzione GP Mode, che esalta l’intervento dei controlli elettronici (volendo disattivabili con il tasto Dsc) ottimizzando la risposta del motore e dello sterzo. Colpiscono quel grande alettone sul tetto con contorno a doppia ala e i copri-passaruota svasati in carbonio dalla forma aerodinamica. I cerchi in lega da 18” sono i più leggeri mai montati su una Mini. Il numero di produzione è riportato anche esternamente, sul frontale.
«Ogni dettaglio del design ha una precisa funzione non solo estetica – spiega il capo dello Stile Mini, Oliver Heilmer – e caratterizza il Dna della nuova GP. Per esempio lo spoiler frontale e quello posteriore sul tetto che assicurano un carico aerodinamico perfetto, oppure le prese d’aria e le superfici di canalizzazione dell’aria nelle minigonne. Questa è la Mini più sofisticata e prestazionale di sempre».
La John Cooper Works GP evidenzia una sezione anteriore piatta con una più ampia griglia esagonale del radiatore a nido d’ape. L’abitacolo è a due posti, con sedili racing: niente panca posteriore per la massima riduzione di peso. Inedito il quadro strumenti digitale, che ha elementi realizzati con stampa 3D per proporre inesplorate forme di design. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino