Luca Pirri imprenditore globetrotter e sportivo: «Vorrei correre ancora a Le Mans»

Luca Pirri
ROMA - “Allenati fino a quando i tuoi idoli non diventano i tuoi rivali”, ricorda il breve video che lo rappresenta. Luca Pirri non è solo un imprenditore globetrotter che ha...

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ROMA - “Allenati fino a quando i tuoi idoli non diventano i tuoi rivali”, ricorda il breve video che lo rappresenta. Luca Pirri non è solo un imprenditore globetrotter che ha lavorato sei anni a Shanghai, in Cina, e che molto prima, per fare surf, era andato a fare il giardiniere alle Hawaii: “Tre mesi appena, poi è scoppiata la guerra del Golfo e sono dovuto rientrare”, spiega.


Pirri è un pilota ed uno sportivo che l'altra settimana ha vinto ad Imola la prima tappa della 3 Ore Endurance Champions Cup 2016 promossa dal Gruppo Peroni Race. Ed a 43 anni insegue ancora un sogno: “Vorrei correre un'altra volta la 24 Ore di Le Mans”, dice. “Quest'anno è impossibile – precisa – ma se il progetto al quale sto lavorando dovesse andare in porto, magari ci riesco nel 2017”.

Quella del volante è la sua grande passione, ma non è l'unica: fa gare di sci alpino con i master, faceva volo acrobatico con l'aliante e, naturalmente, sfidava le onde con surf e windsurf. “Mi piacciono gli sport di scivolamento, 'de glisse', come dicono i francesi”, sorride.

Ma dopo tanti anni, cosa ti dà ancora lo sport?

“Lo sport è meritocratico, soprattutto quello individuale. A differenza del lavoro, dico. E poi ti assicura ogni volta la possibilità di migliorarti, perché la perfezione non esiste”.

Per inseguire...?

“Il gesto atletico”.

Che nell'automobilismo sarebbe?

“La curva perfetta, quella traiettoria che riesci magari a fare meglio in gara che in qualifica, come mi è successo l'altra domenica a Imola”.

L'automobilismo è quello che rimane quando si ha una certa età?

“L'automobilismo è quello sport attraverso il quale puoi sempre metterti in gioco. E, infatti, io vorrei ancora disputare la 24 Ore di Le Mans”.

Un grande amore, dunque: trasmesso in famiglia?
“Assolutamente no. Non trovo emozionante concretizzare la proiezione di un desiderio dei genitori. A me piacciono quelli che si creano un sogno e poi fanno di tutto per realizzarlo”.
 
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Il Mattino