DRESDA – Quattro costruttori ed un obiettivo: dotare l'Europa di una infrastruttura di ricarica di almeno 400 stazioni da 350 kWh entro il 2020 per un totale di 2.400...
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I quattro costruttori sono i gruppi Volkswagen, Daimler e Bmw nonché Ford che hanno costituito la società Ionity della quale detengono una partecipazione paritaria, il 25% ciascuno. Il progetto di aprire dei “corridoi” elettrici viene sostenuto dall'Unione Europea che finanzia l'azione del consorzio con un 10%. Lo standard impiegato è il CCS, che è quello di riferimento nel Vecchio Continente. Significa che, ad esempio, né le vetture di Tesla, che ha messo a punto un sistema esclusivo, né quelle di Nissan o Mitsubishi, che adottano lo ChaDeMo, possono fare il pieno.
L'obiettivo di Ionity è quello di consentire a chi acquista un'auto a batteria di muoversi liberamente (o, almeno, con meno vincoli) in Europa. Le prime 300 localizzazioni sono state individuate ed i relativi contratti già firmati. Enel è uno dei partner dell'operazione. In Italia è prevista una rete di 30 – 40 stazioni per un totale di fino a 240 colonnine, per il momento isole escluse. Proprio in questi giorni è in corso la definizione degli accordi anche per la Puglia. La società ha stabilito una sorta di tariffa flat per sosta: 8 euro indipendentemente dal paese e dalla durata del rifornimento.
La stessa Volkswagen, che nel 2020 avvierà la commercializzazione della prima auto della gamma a zero emissioni I.D. E che entro il 2022 conta di portare sul mercato 27 veicoli sulla piattaforma elettrica Meb, ha messo a punto un programma di sviluppo della rete di ricarica. Entro qualche anno punta a dotare ciascuno dei propri 4.000 concessionari europei con almeno tre colonnine: due a corrente alternata ed una continua. Ai clienti offrirà anche la Wallbox, una stazione per il pieno domestico che sarà disponibile anche in una variante smart. Il costo oscilla fra i 300 ed i 500 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino