ROMA - Novità sostanziose in vista per gli amanti delle due ruote senza motore e preoccupanti per tutti gli automobilisti. Vietato sorpassare il ciclista a meno di un metro...
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Il testo, a prima firma Michelino Davico (Gal) ma sottoscritto da oltre 60 senatori di tutto l'arco costituzionale (e col sostegno del ciclismo agonistico italiano), vuole sopperire ad una lacuna esistente nel codice della strada che regolamenta il sorpasso delle due ruote solo in maniera generica, per proteggere i ciclisti "utenti deboli della strada" e rendere meno pericolosa la coesistenza con gli altri utenti della circolazione.
Il comma 2 dell’unico articolo del ddl “salvaciclisti” tutela quindi i ciclisti in strada e punisce gli automobilisti che infrangeranno la legge saranno applicate le seguenti sanzioni: una multa che parte da 163 a 651 euro, la sospensione amministrativa della patente di guida (da 30 a 90 giorni e fino a 6 mesi se il guidatore è un neo patentato).
Nel nostro sistema, si legge infatti nel testo, le biciclette sono troppo spesso “nemiche” degli automobilisti, che cercano il momento migliore per sorpassarle perché viste molto spesso come un “intralcio” alla circolazione a motore.
I dati, infatti, illustrati nella stessa relazione, sono allarmanti. Su 4 milioni di persone che pedalano in Italia (una media del 6% della popolazione, inferiore di due punti rispetto a quella europea) le statistiche mostrano circa 250 ciclisti morti in un anno, oltre 16mila feriti con un indice di mortalità pari ad 1,43 (contro lo 0,67 delle autovetture) e un indice di lesività pari a 94,23 (contro il 65,05 delle autovetture) (dati Istat, 2016).
Osservando gli indici di gravità, ossia il rapporto tra numero di morti e numero totale di morti e feriti, si può notare, prosegue la proposta di legge, che "gli incidenti più gravi avvengono nell'ambito extraurbano dove ad influire sul maggiore rischio di decesso per i ciclisti è proprio la velocità dei veicoli motorizzati". Tutto ciò impone, dunque, un intervento normativo, per porre rimedio alla situazione, partendo da una maggiore tutela dell'utente debole della strada e, in primis, da una delle fasi più pericolose per i ciclisti, ovvero "quella del sorpasso da parte dei veicoli a motore che, spesso, effettuano tale manovra a distanza eccessivamente ravvicinata rispetto alle biciclette".
Il Mattino