Musk, altra idea rivoluzionaria: C02 sia carburante per veicoli spaziali. SpaceX inizia programma dedicato

Elon Musk davandi alla capsula di di Space X
NEW YORK - Trasformare la C02 in carburante per veicoli spaziali. È l’idea di Elon Musk, appena nominato “persona dell’anno” da Time per il suo...

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NEW YORK - Trasformare la C02 in carburante per veicoli spaziali. È l’idea di Elon Musk, appena nominato “persona dell’anno” da Time per il suo genio. E proprio al suo essere visionario si deve la sua ultima sfida di sottrarre diossido di carbonio dall’atmosfera per tramutarlo in propellente per razzi, in quella che potenzialmente è un’iniziativa che fa bene alla Terra ed è «importante anche per Marte», come osserva il miliardario “aspirante” alla conquista del pianeta rosso. Come spesso accaduto in passato, Musk affida a due tweet la sua ultima idea: «SpaceX sta iniziando un programma per prelevare C02 dall’atmosfera e trasformarla in carburante per razzi. Unitevi se siete interessati», recita il primo cinguettio. Poi subito dopo aggiunge: «Sarà importante anche per Marte».

Le sue parole sono accolte da un certo scetticismo da molti dei suo follower su Twitter, dubbiosi sul fatto che si tratti di una strada praticabile. Il nuovo programma di SpaceX si baserebbe infatti su un tipo di tecnologia - la direct air capture - che è ancora solo alle fasi iniziali di sviluppo. Insomma una strada ancora lunga ma che Musk ha deciso di abbracciare ancora una volta fra le cassandre che da anni lo seguono e che da anni lui cerca di stupire. Con l’attenzione a SpaceX, il miliardario visionario non perde di vista le sue amate criptovalute, aprendo alla possibilità di usare il DogeCoin - la valuta digitale nata quasi per scherzo nel 2013 e che ha come logo l’immagine del cane Shiba Inu - per acquistare mercanzia e prodotti Made in Tesla. Musk non dimentica neanche la sua Tesla: ha infatti venduto azioni del colosso di auto elettriche per ulteriori oltre 900 milioni di dollari, portando a 12,7 miliardi di dollari il valore dei titoli ceduti dall’inizio dell’anno.

Un’ondata di vendite che si inserisce in un trend generalizzato fra i paperoni americani che, solo quest’anno, hanno venduto titoli per 42,9 miliardi di dollari anche in vista di un possibile aumento delle tasse nel 2022 e soprattutto approfittando di valutazioni record. Sergey Brin e Larry Page, i co fondatori di Google, hanno effettuato le loro prime vendite dal 2017, cedendo complessivamente titoli di Mountain View per oltre 3,5 miliardi. Jeff Bezos, il rivale di Musk nella corsa allo spazio, ha invece venduto azioni di Amazon per 9 miliardi di dollari con l’obiettivo anche di finanziare il suo impegno alla lotta al cambiamento climatico con il Bezos Earth Fund. Mosso da scopi filantropici anche Mark Zuckerberg, che ha ceduto nel 2021 titoli Meta per 4,5 miliardi in favore della Chan-Zuckerberg Foundation. 

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Il Mattino