Opel Astra, efficienza al potere: motori tutti a tre cilindri. Brillanti e dai consumi contenuti

La nuova Opel Astra
FRANCOFORTE - Per migliorare, a volte, bisogna rinunciare a qualcosa e, nel caso di un’automobile, non c’è niente di più importante del motore. Ecco...

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FRANCOFORTE - Per migliorare, a volte, bisogna rinunciare a qualcosa e, nel caso di un’automobile, non c’è niente di più importante del motore. Ecco perché l’Opel Astra si rinnova adottando solo unità a 3 cilindri per aumentare la propria efficienza del 21% e, per l’occasione, sfoggia ulteriori novità per la sicurezza e il comfort della compatta di Rüsselsheim che nel 2016 ha conquistato il titolo di “Auto dell’Anno” con la sua quinta generazione. Chi si aspettava di vedere un’Astra con i motori della Peugeot 308 rimarrà deluso perché i nuovi 3 cilindri, pur avendo curiosamente analogie per cilindrata e potenza, non hanno neppure una vite in comune con le unità francesi e sono ancora figlie della precedente gestione. Ma non è solo grazie ai nuovi cuori, tutti già conformi alle normative Euro6D, che l’Astra ha tagliato di un buon quinto i consumi e le emissioni e ha 5 su 7 varianti che dichiarano meno di 100 g/km di CO2. Merito hanno i nuovi cambi, gli pneumatici a basso attrito di rotolamento e il lavoro compiuto nella galleria del vento dell’Università di Stoccarda che ha portato il cx della variante 5 porte a 0,26 e quello della Sports Tourer addirittura a 0,25.


Da fuori poco o nulla sembra cambiato eppure gli affinamenti ci sono e hanno interessato, in particolare, il fondoscocca e le prese d’aria, ora dotate di persiane che si aprono solo quando è necessario. Nessuna variazione sia nelle dimensioni sia nelle misure interne: la 5 porte è lunga 4,37 metri e ha un bagagliaio che va da 370 a 1.210 litri, la Sports Tourer è lunga 4,70 metri e ha un vano di carico che parte da 570 e arriva fino a 1.640 litri con l’ulteriore vantaggio di avere il portellone elettrico e il divano posteriore abbattibile 40/20/40. L’abitacolo è stato rivisto ispirandosi alla Insignia. La plancia ha un’ergonomia semplificata e i materiali sono stati migliorati – c’è persino l’Alcantara – mentre la strumentazione ha il tachimetro digitale e nuovi sono i sistemi infotelematici, con schermi capacitivi da 7 o 8 pollici, Android Auto e Carplay.

Inoltre si possono avere l’audio Bose, la ricarica wireless, il parabrezza riscaldabile e i sedili certificati AGR, ventilati e con la funzione massaggio. Ovviamente confermati i fari a matrice di Led che l’Astra ha impiegato per prima nel proprio segmento e offrono la migliore visibilità notturna. I sistemi di assistenza sono più precisi grazie alla nuova telecamera anteriore che governa il cruise control adattivo e la frenata autonoma (presenti solo in abbinamento con il CVT), il mantenimento della corsia e il riconoscimento dei segnali stradali.

E arriviamo ai motori, tutti tricilindrici e in alluminio. L’1.2 a benzina deriva dal precedente mille della famiglia SGE e ha tre varianti da 110 cv, 130 cv o 145 cv, tutte con cambio manuale a 6 rapporti. Ha 145 cv anche l’1.4 che è invece tutto nuovo ed è accoppiato esclusivamente con il cambio automatico CVT. Altrettanto inedito e l’1.5 a gasolio che, tra le sue caratteristiche di spicco, può annoverare il controalbero e il doppio variatore di fase e ha 105 cv o 122 cv: nel primo caso ha una coppia di 260 Nm, nel secondo ha 300 Nm e la possibilità di avere il cambio automatico.


Anche qui c’è la sorpresa perché è a 9 rapporti con convertitore di coppia e viene direttamente dall’America, frutto di un accordo di GM con Ford. Ovviamente, il diesel ha il filtro SCR allo scarico per i NOx e, come i benzina, ha quello per il particolato. La rinnovata Opel Astra è offerta in tre allestimenti (GS Line, Business Elgance e Ultimate) a partire da 24.050 con un aggravio di mille euro per la variante Sports Tourer. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino