Un anno da dimenticare o un anno da dimenticare il 2019 della Ferrari? Se non fosse stato per l'esplosione di Charles Leclerc, sarebbe stata senza dubbio una stagione da...
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I cambiamenti al vertice del team, con l'addio inatteso del team principal Maurizio Arrivabene , con Mattia Binotto spostato dal ruolo di progettista a quello di team principal, la mancanza di un uomo importante come Simone Resta inopinatamente spostato in Sauber/Alfa Romeo, poi tornato quando oramai era tardi, la troppa fiducia in se stessi, ha partorito una SF90 che ha deluso le attese, perdendo la continuità delle prestazioni delle monoposto che l'avevano preceduta. Mentre Vettel ha proseguito nel commettere alcuni banali errori, la nota positiva è arrivata da Leclerc, capace di infilare quattro pole consecutive (Spa, Monza, Singapore, Sochi) per un totale di sette avendo firmato il primo tempo anche a Sakhir, Spielberg e Città del Messico. Vettel di pole ne ha siglata una sola trovando la via del successo a Singapore, mentre Leclerc ha conseguito due vittorie in pochi giorni tra Spa e Monza.
Tra i due piloti è esplosa una netta rivalità, ma l'intelligenza di Leclerc e Vettel ha impedito che sfociasse in rissa nonostante il clamoroso contatto di San Paolo e altri episodi poco edificanti. Niente di strano comunque, quando vi sono due piloti forti nella stessa squadra questo accade. Sarà importante in questo 2020 che Binotto sia chiaro fin dall'inizio e già a parole lo è stato. Prime gare tutti liberi, poi verrà presa una decisione. Se Vettel deciderà di tornare a fare il Vettel, se Leclerc si manterrà su questi livelli (e non vi sono dubbi), la Ferrari potrà tornare a giocarsela con la Mercedes e probabilmente dovrà vedersela anche con la Red Bull, attesa a un salto in avanti. Il cerino è quindi nelle mani dei progettisti. Dopo lo "scherzo" della SF90 balbettante, serve una monoposto capace di ripetere le prestazioni del 2017 e 2018. In caso contrario, Leclerc e Vettel potranno fare ben poco... Leggi l'articolo completo su
Il Mattino