Rivoluzione Rolls-Royce, il lusso del futuro comincia con la rinuncia allo chauffeur

La Rolls Royce Vision Next 100
LONDRA - Rimanere impressionati di fronte a una Rolls Royce non è certo infrequente. Ma la concept car alla quale la marca regina dell'auto di lusso ha affidato il...

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LONDRA - Rimanere impressionati di fronte a una Rolls Royce non è certo infrequente. Ma la concept car alla quale la marca regina dell'auto di lusso ha affidato il compito di prefigurare il proprio futuro, in sintonia con il filo conduttore delle celebrazioni per i primi cent'anni del gruppo Bmw, è andata oltre con il suo aspetto che, anche in assenza di caratteristiche tecniche rigorosamente top secret, appare persino restrittivo definire imponente. Persino troppo, come si conviene a una show car chiamata a disegnare il futuro di un marchio che certo non comprende la sobrietà e l'understatement tra gli elementi costitutivi del proprio Dna.


Le scelte estetiche, per le quali i designer di Goodwood garantiscono di essersi ispirati a numerosi dettagli delle leggendarie Rolls degli Anni 30 e 50 del Novecento, hanno determinato linee che a nostro avviso mostrano qualche somiglianza con gli stilemi tipici del mondo dei filanti motoryacht, ovviamente di lusso. Emblematica in tal senso la paratia che si apre silenziosamente sulla fiancata, porgendo con delicatezza le valigie ospitate nel generoso vano a loro riservato.

Del resto, le impressioni estetiche sono non solo soggettive, ma in questo caso anche del tutto aleatorie. Secondo noi, infatti, la Rolls Royce Vision Next 100 non anticipa tanto una tendenza tecnologica, quanto un concetto destinato a ispirare la filosofia produttiva stessa del marchio. Una sorta di ritorno al futuro che offrirà al cliente il massimo della personalizzazione, cioè la possibilità di scegliere – sulla stessa base meccanica – il tipo di carrozzeria e la configurazione di vetture a lui più congeniale. È un po' la replica di ciò che accadeva ai tempi d'oro dei carrozzieri che sui loro capolavori unici e spesso irripetibili hanno costruito la leggenda dell'automobile.

Tornando alla concept car del centenario (del gruppo, perché il marchio di candeline ne ha già spente 112), nel suo sviluppo non si è certamente badato a spese, neppure in termini di spazio, visto che nell'immenso abitacolo c'è posto solo per due super privilegiati occupanti, seppur accomodati – è proprio il caso di dirlo – su un divano avvolgente che potrebbe fare la sua bella figura anche in un salotto di Buckingham Palace. Al di fuori dei dispositivi tecnologici, è l'unico elemento d'arredo di questa piazza d'armi.

Grandissima, ma non abbastanza da accogliere un sedile per l'autista. Ed è questo, più delle tecnologie allo stato dell'arte e dei materiali extra lusso, a dare il senso della rivoluzione prossima ventura: nella visione di Goodwood, sembra destinato a sparire lo chauffeur che molti clienti reputavano incluso nella dotazione di serie. Anche se – bontà loro – i manager della Rolls non escludono la possibilità di prevedere uno strapuntino, riservato semmai alla guardia del corpo che a certi livelli di censo può essere un optional irrinunciabile.

A condurre in passeggeri a destinazione provvede il sistema di guida integralmente automatico, ben coadiuvato da “Eleanor”, l'assistente virtuale che deve il nome alla moglie dello scultore che ha creato lo Spirit of Ecstasy, la leggendaria statuetta che orna il cofano di tutte le Rolls Royce. È un'eterea raffigurazione di questa statuetta quella che appare sullo schermo Oled, pronta ad ascoltare e assecondare tutte le richieste degli occupanti. È il trionfo dell'intelligenza artificiale e dell'interconnessione costante, che permette a Eleanor di approfondire continuamente la conoscenza dei passeggeri, garantendogli un servizio sempre più mirato ed efficiente.

 

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Il Mattino