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Basata sul linguaggio stilistico e su diverse soluzioni costruttive della proposta Precept del 2021, la seconda concept car di Polestar - denominata O2 - è la visione del costruttore svedese per un’esperienza di guida “elettrizzante” che unisce tutti i vantaggi della mobilità a batteria con quella dei viaggi en plein air, ma anche un modo per distanziarsi dalla Casa madre Volvo. «Il concept O2 è l’auto simbolo del nostro marchio» - ha detto Thomas Ingenlath, Ceo di Polestar - ed apre uno spiraglio sulla porta segreta del nostro potenziale futuro. È infatti un assaggio di ciò che possiamo creare e progettare utilizzando il talento e la tecnologia che abbiamo internamente. Sembra incredibile: abbassare il tetto e non sentire il rumore del motore è la premessa per sensazioni mai provate». Questa innovativa ‘scopertà elettrica è stata sviluppata internamente dal team di ricerca e sviluppo di Polestar nel Regno Unito ed è basata su una piattaforma in alluminio incollato che deriva da quella della Polestar 5.
L’elevata qualità e la rigidità della piattaforma in alluminio sono mirate per ottenere una maggiore risposta dinamica, così come i piccoli angoli di rollio e l’elevato smorzamento dei movimenti del corpo vettura contribuiscono ad una sensazione di guida agile e diretta. »Polestar O2 è la nostra proposta per una nuova generazione di auto sportive - ha precisato Maximilian Missoni, head of design di Polestar - ed unisce il piacere della guida open top con la purezza della mobilità elettrica.
Una soluzione che semplifica il riciclaggio ed è un passo significativo verso una maggiore circolarità, riducendo al contempo peso e sprechi. In un mondo sempre più guidato dai social media, Polestar O2 porta con sé anche una innovazione tecnologica destinata a creare immagini e video durante i viaggi. L’ auto è infatti dotata di un drone autonomo integrato per riprese video. Sviluppato in collaborazione con Aerofugia Hoco Flow, il drone può essere utilizzato mentre l’ auto è in movimento ed è alloggiato in un vano dietro ai sedili posteriori in corrispondenza di un’area ‘calmà. In quel punto la pressione negativa consente il decollo e l’atterraggio in modalità autonoma fino a 90 km/h.
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