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La Cina che mira alla supremazia strategica dell’automobile punta sull’elettrico non solo nelle vendite, ma anche nelle competizioni. E lo fa sempre guardando lontano. Pochi forse infatti lo ricordano, ma il secondo team iscritto alla Formula E nell’ormai lontano 2014 fu, dopo la Drayson Racing (che poi corse come Trulli Racing), la China Racing che da allora è presente ininterrottamente nel campionato delle monoposto elettriche cambiando più volte nome: Nextev, Nextev Nio, Nio, Nio 333 e infine ERT che sta per Electric Racing Technology. Onore dunque al merito per la creatività e per la tenacia visto che il palmares del team cinese – ma con sede a Silverstone Park, nel Regno Unito – non è di quelli memorabili, se non per gli esordi: due vittorie, il titolo piloti con Nelson Piquet Jr e un quarto posto come miglior risultato nella classifica per team, tutto nella prima stagione.
Poi una lunga serie di piazzamenti che raramente l’hanno vista affacciarsi tra le prime dieci: su 121 gare disputate, si contano 6 podi, 2 pole position e 135 giri in testa con 355 punti complessivi. E anche quest’anno la ERT X24 non si sta rivelando trascendentale. Solo 3 i punti collezionati nei primi 5 round e tutti per merito di Sergio Sette Camara con un nono posto ad Ad-Diriyah e un decimo a Tokyo, circostanze nelle quali il brasiliano ha mostrato attraverso due partenze con il quarto tempo che la sua monoposto non è proprio da buttare. In profonda crisi invece il suo compagno, il britannico Dan Ticktum che lo scorso anno, dopo una prima stagione di adattamento, aveva raccolto 28 punti, il doppio di Camara, finendo sette volte su sedici in zona punti.
Le gerarchie dunque sembrano essersi invertite all’interno del team capitanato da Alex Hui e che nelle sue fila vede come team manager l’italiano Roberto Costa, uno dei veterani della Formula E e alla ERT sin dalla prima corsa.
Il volante delle sue neroverdi monoposto ci sono piloti come Sebastien Buemi – campione del mondo della stagione 2, 31 podi, 13 vittorie, 16 pole position e 858 giri in testa oltre ad aver vinto quattro titoli WEC e altrettante 24 Ore di Le Mans – e come il figliol prodigo Robin Frijns. L’olandese, è alla sua quinta stagione alla Envision ed è tornato dopo una parentesi poco fortunata all’ABT Cupra motorizzata Mahindra: solo 6 punti in tutta la scorsa stagione, anche per colpa della rottura di mano e polso che lo hanno tenuto a casa per quattro round. Il pilota di Maastricht ha comunque esperienza (475 punti in 93 gare disputate) e velocità, tanto da essersi trovato anche in testa al campionato, senza dimenticare che nel 2021 nella classe LMP2 ha vinto il titolo WEC e la 24 Ore di Le Mans. I due hanno avuto un rendimento pressoché identico nella stagione in corso: 20 punti per Buemi e 21 per Frijns con un secondo posto per uno. Per la gara di Misano lo stimolo dunque sarà duplice: portare più punti per il team e dimostrare di essere più forte dell’altro.
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