Seggiolini anti abbandono, caos nei negozi: prodotti in vendita non sono a norma

File interminabili, costi esorbitanti e tantissimi punti interrogativi. A circa una settimana dall'entrata in vigore della nuova norma sui seggiolini anti-abbandono resta...

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File interminabili, costi esorbitanti e tantissimi punti interrogativi. A circa una settimana dall'entrata in vigore della nuova norma sui seggiolini anti-abbandono resta difficile, se non quasi impossibile rispettare la legge. Prima di tutto riuscire a trovarne uno disponibile è un'impresa. A Roma sono finiti da giorni e il ritornello dei negozianti è sempre lo stesso: «Ci vogliono almeno due settimane». Non va meglio su internet dove i tempi di consegna variano dai 15 ai 20 giorni. Come se non bastasse i consumatori hanno visto lievitare i prezzi di un buon 30%. In media 20 euro in più. Il Decreto Fiscale 2020 stabilisce un contributo di 30 euro per ogni sistema di allarme attingendo a circa 15 milioni di euro per il biennio 2019-2020. Peccato sia solo fino ad esaurimento. Tradotto ci saranno famiglie che non potranno accedervi. Inoltre non sono ancora state stabilire le procedure. Qualcuno chiede il codice fiscale all'acquisto, altri invece rilasciano un foglio di conformità. 


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DISPOSITIVI NON A NORMA
Il pasticcio più grande riguarda la conformità dei vari disposirivi anti abbandono alle caratteristiche delineate dal decreto attuativo. Stando a quanto stabilito dalla legge nessuno dei prodotti attualmente sul mercato sarebbe a norma. Una beffa incredibile per tutti coloro che ne hanno già acquistato uno. 
Quali sono le criticità?
1) Il dispositivo debba essere in grado di attivarsi automaticamente, senza alcuna ulteriore azione da parte del conducente.
2) Il dispositivo  non deve alterare le caratteristiche di omologazione del seggiolino.

«Oggi come oggi - denunciano gli esperti di Altroconsumo - non c'è alcun sistema in commercio che abbia entrambe queste caratteristiche: cioè che sia approvato dalla casa produttrice dei seggiolini e, allo stesso tempo, non preveda alcuna azione per attivarsi». E poi ancora «Il fatto che debba attivarsi in modo aurtonomo fa sorgere diversi interrogativi: attivare il Bluetooth sul telefonino sia da considerarsi un'azione volontaria attiva?». 

Sempre Altroconsumo sottolinea che, per la stessa indicazione del decreto, non sarebbero a norma i dispositivi – sia integrati che indipendenti – che necessitano della chiusura di una clip o di parte del dispositivo.

ALTERAZIONE DEI SEGGIOLINI
Altra questione importante è quella dell'alterazione delle caratteristiche con cui un seggiolino è stato omologato. Altroconsumo precisa: «Sui seggiolini omologati secondo la norma ECE R44 (quelli che vengono classificati per peso del bambino, ndr) non possono essere montati cuscinetti o altri prodotti. Quindi, fatta eccezione per i prodotti della stessa marca del seggiolino, tutti i dispositivi con sensore di peso da mettere sotto la seduta del bambino non dovrebbero essere utilizzati». Per quanto riguarda l'altra norma di omologazione dei seggiolini, la ECE R129 (che classifica i prodotti in base all'altezza dei bambini, ndr), «definisce chiaramente le misure del prodotto, quindi l’utilizzo di sistemi antiabbandono con cuscinetto, modificando tali misure, modifica di fatto delle caratteristiche di omologazione non rispettando quanto previsto dall’allegato A punto 2 lettera b del decreto 122 del 2019».

CERTIFICAZIONE E MULTE

Incertezza totale eppure tutti i dispositivi che si trovano in commercio hanno la certificazione di conformit. In realtà si tratta di un'autocertificazione. Viaggiano nell'incertezza anche le forze dell'ordine preposte a vigilare. Per ora non sono scattate le multe che per i trasgressori vanno da 81 a 326 euro (56,70 euro se pagata entro 5 giorni) e alla decurtazione di 5 punti dalla patente. I controlli veri a propri dovrebbero scattare, in attesa di una moratoria, non prima del mese di dicembre. Solo in seguito a tali controlli si saprà quali prodotti rispettano veramente la legge e quali no. Con una doppia beffa per i genitori che potrebbero essere multati dopo aver speso soldi per un prodotto non a norma.
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Il Mattino