Settembre nero in Germania (-25,7%), il peggiore dalla riunificazione. Crescono i volumi delle elettriche, quasi il 60% in più

Traffico in un'autostrada tedesca
BERLINO – Con poco meno di 197.000 immatricolazioni di auto nuove(-25,7%), quello che si è appena chiuso è stato il peggior settembre dalla riunificazione...

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BERLINO – Con poco meno di 197.000 immatricolazioni di auto nuove(-25,7%), quello che si è appena chiuso è stato il peggior settembre dalla riunificazione della Germania. I dati sono stati ufficializzati dall'Ufficio federale per i trasporti (Kba) e sono corredati da quelli della Vda, l'associazione dell'industria dell'auto del paese, che parla anche di un calo della produzione mensile del 44% (208.700 vetture). La contrazione dell'export è stata invece del 43% (154.400 unità). Il bilancio dei primi nove mesi ha virato in negativo: -1,2%.

La ragione è legata alla carenza di semiconduttori che allungano i tempi di attesa e riducono l'offerta, tanto che Mercedes-Benz ad esempio ha deciso di chiedere ai clienti di accettare auto meno accessoriate. Ai veicoli con emissioni di Co2 più basse viene generalmente concessa una corsia preferenziale: sia per rispettare i limiti sulle emissioni medie, sia perché il costo è generalmente superiore. Infatti, nonostante la flessione dei volumi, le vendite di auto elettrificate sono ulteriormente aumentate, seppur in maniera più contenuta rispetto agli ultimi mesi.

Lo scorso settembre in Germania le immatricolazioni di macchine a zero emissioni sono aumentate del 58.8% (33.655 esemplari) con una quota del 17,1%. La crescita delle consegne di quelle plug-in è stata del 13,5% (22.842). Nel complesso, la penetrazione delle ibride ha raggiunto il 30,5% (+11,3%). Per le alimentazioni a Gpl e metano sono state contabilizzate vendite pressoché insignificanti (meno di 1.200 unità) per una quota dello 0,6%. Le motorizzazioni convenzionali valgono ancora più della metà dei volumi, ma il sorpasso sembra imminente: benzina -41,4% e 35,9% di share e diesel -53,9% con il 15,9% del mercato (era dal 1998 che non veniva registrato un valore così basso). Per effetto di queste dinamiche, le emissioni medie della flotta di nuova immatricolazioni sono scese di quasi il 17% a 111,6 g/km.

Di questo trend hanno beneficiato ancora una volta i marchi stranieri, due in particolare: Tesla (+157,8%) e Polestar (+108,7%), che sono in tripla cifra anche da inizio anno. La casa californiana è a +131,5% (1,3% di quota), mentre il marchio di Volvo Cars sfiora una crescita del 292% (0,1% di share). Anche smart, miglior brand tedesco in settembre (+23%) avanza in maniera significativa da inizio anno: +118% (0,8% di penetrazione). Ad eccezione di Porsche (+3,9% nel mese), tutti gli altri marchi nazionali hanno perso terreno. Volkswagen resta il brand più diffuso con una quota mensile del 15,7%, decisamente inferiore a quella dei nove mesi, che è del 19,5%. Contrazione anche per Fiat (-31,3%) e Alfa Romeo (-48,8%), ma da gennaio in poi il Biscione resta positivo (+7,7%), mentre Fiat è vicina alla parità (-0,6%).

 

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Il Mattino