Starace (Enel): «Nei prossimi due anni ci sarà una diffusione veloce delle auto elettriche»

Francesco Starace, ad di Enel
BRUXELLES - È giunta l’ora dell’ auto elettrica, che nei prossimi due anni vedrà una «diffusione veloce», e «l’Italia è...

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BRUXELLES - È giunta l’ora dell’ auto elettrica, che nei prossimi due anni vedrà una «diffusione veloce», e «l’Italia è pronta». Per questo Enel si sta impegnando per completare nel prossimo biennio l’infrastruttura di ricarica necessaria, in un contesto in cui i principali costruttori auto si sono mossi insieme, anche se con l’eccezione di Fca. È l’analisi della situazione dell’ad di Enel Francesco Starace, in occasione della presentazione a Bruxelles del volume sulle eccellenze italiane del settore, «100 Italian e-mobility stories».


«Adesso l’auto elettrica ha raggiunto una maturità economica e tecnologica tale per cui il tema non può più essere portato indietro», quindi «abbiamo un paio di anni per mettere giù l’infrastruttura di ricarica», ha detto Starace. Le case auto, infatti, «si sono mosse tutte insieme, con qualche eccezione» tra cui Fca, «perché sanno che è ineludibile» e «un produttore che non ha modelli elettrici tra 2-3 anni avrà un serio problema di competitività». L’Italia però, ha sottolineato l’ad di Enel, ha un «tessuto industriale che sta già lavorando». L’ auto elettrica oggi sta infatti raggiungendo un livello di maturità tecnologica tale da diventare interessante per i consumatori, con modelli auto di diverse case che nel 2018 avranno batterie con un’autonomia da 500-600 chilometri.

«Pensiamo che come tutti i fenomeni tecnologici comincerà in sordina, piano, poi di colpo ci saranno le impennate classiche degli arrivi delle nuove tecnologie» così come successo in passato con le rinnovabili, ha spiegato Starace, ma anche in altri ambiti come è stato il caso per esempio cellulari e smartphone. Per questo Enel vuole «essere pronta per quando succederà», ha sottolineato l’ad, quindi «la quota di mercato di per sé» di auto elettriche, che in Italia è marginale, «non è importante all’inizio, lo diventa dopo per chi le produce», mentre «a noi quel che interessa è avere un’infrastruttura moderna capace di accomodare un numero di macchine sufficienti nel tempo e poi poterla modificare e variare a seconda dell’evoluzione tecnologica».

E proprio su questo Enel è già attiva in progetti in Italia, Spagna e altre parti del mondo. E proprio in Italia, come dimostrano le 100 storie raccolte nel volume di Enel e Symbola, «ci sono tante aziende che già lavorano sulla mobilità elettrica», mentre a livello delle infrastrutture «l’Italia è più o meno al livello degli altri Paesi, cioè indietro, e per questo», ha sottolineato Starace, «il nostro compito è di far sì che questa infrastruttura sia pronta in un paio di anni in modo che non ci siano ostacoli a quello che succederà nei prossimi due anni, ovvero la diffusione veloce dei veicoli elettrici».

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Il Mattino