MEXICO CITY - A volte ci si azzecca e si finisce per fare un figurone. Tutti in piedi ad applaudire quella strategia azzeccata, quell'idea che nessuno aveva, ma che è...
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Toto Wolff, team principal Mercedes, ha aggiunto: «Sapevamo di dover prendere dei rischi per vincere. Ha funzionato. Ma anche Lewis è stato incredibile nella gestione degli pneumatici. Si tratta di trovare il giusto equilibrio fra l’aggressività che serve in certi momenti, specialmente quando bisogna spingere nel giro dopo il cambio gomme, e la delicatezza necessaria per farle durare a lungo. La comunicazione fra il pilota e gli ingegneri alla radio è stata fondamentale». Hamilton che non le ha mai mandate a dire al team quando sbaglia la strategia, vedi il dopo gara di Singapore, ha avuto parole dolci: «Ho avuto davvero il dubbio che ci fossimo fermati troppo presto, ma la strategia ha funzionato. Un lavoro fantastico da parte del muretto».
La Ferrari ha ragionato diversamente. Ha impostato la gara su... Alexander Albon, in quel momento terzo con la Red Bull-Honda. Faceva così tanta paura il pur bravo e giovane anglo-thailandese? Così, quando il compagno di Verstappen si è fermato ai box al 14° giro per il cambio gomme, mantenendo la mescola media, Charles Leclerc che comandava la corsa con sicurezza, è stato richiamato in pit-lane la tornata seguente per montargli i medesimi pneumatici di Albon. Ciò significava fare due soste. Dopo 8 giri, Hamilton è rientrato ai box per utilizzare le dure e fregare tutti. Nel contempo, Sebastian Vettel, che stava gestendo a meraviglia le proprie Pirelli medie, ha rifiutato la strategia Ferrari tirando lungo per poi avere le gomme più fresche nel finale. Per un paio di secondi, non è andata bene. Rimane il dispiacere per quella prima fila monopolizzata e non sfruttata a dovere, come era già accaduto anche a Sakhir e Suzuka.
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Il Mattino