Fiat 500, una parata come nel '57: dal Centro Storico al tetto del Lingotto

Vecchie e nuove 500 sul tetto del Lingotto
TORINO - Che la 500 fosse una reginetta amata da tutti, dentro e fuori dell’Italia, lo sapevamo. Ma le celebrazioni per i 60 anni della piccola grande auto simbolo del made...

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TORINO - Che la 500 fosse una reginetta amata da tutti, dentro e fuori dell’Italia, lo sapevamo. Ma le celebrazioni per i 60 anni della piccola grande auto simbolo del made in Italy su quattro ruote sono andate oltre ogni aspettativa. Ciò grazie non solo agli eventi voluti da FCA, ma anche alle iniziative dei club di collezionisti, che hanno “aperto le danze” con grande anticipo sulla fatidica data del 4 luglio.

 

Già in occasione del terzo Salone - Parco del Valentino, il 10 giugno, il Club 500 di Torino ha esibito la primissima Fiat 500 del 1957, un esemplare rarissimo, la cui immatricolazione risale al 12 luglio di quell’anno. L‘auto appartiene al signor Omar Ruzza, che ne ha curato anche l’impeccabile restauro e l’ha guidata nella parata del Gran Premio Parco del Valentino, con partenza da Piazza Vittorio Veneto e arrivo alla Palazzina di caccia di Stupinigi.

Le parate sono nel Dna della 500. Già nel 1957, in occasione del lancio, centinaia di esemplari appena usciti dalla catena di montaggio di Mirafiori percorsero le strade principali di Torino, monopolizzando l’attenzione della città e di tutto il Paese. Al volante di una delle piccole auto in parata venne messa anche Beatrice Faccioli, appena incoronata Miss Italia. Fu un happening di straordinaria valenza mediatica. E quelle immagini in bianco e nero sono rimaste nella memoria di tutti quelli che c’erano: a Torino o davanti alla Tv, o al cinema (il cinegiornale era una consuetudine).

Sessanta anni dopo il Club Italia 500 ha voluto che la parata si ripetesse. Centinaia di Cinquini si sono dunque ritrovati a girare per le strade dell’antica capitale dell’automobile, per arrivare fino in Corso Agnelli, sede di FCA, dove gli entusiasti cinquecentisti sono stati ricevuti da Luca Napolitano, numero uno del marchio Fiat nell’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e da Roberto Giolito, il designer che ha firmato la 500 di nuova generazione, oggi a capo del settore Heritage di FCA.
 

La rivalutazione delle auto storiche, intese come patrimonio indissolubilmente legato alla produzione attuale, è una delle novità più interessanti delle politiche FCA degli ultimi tempi. E in questa ottica si rivaluta anche il ruolo del Centro Storico Fiat, che ha sede a Torino, in un edificio liberty che rappresentò, nel 1907, il primo ampliamento delle officine di corso Dante, dove nacque l’azienda. Il Centro Storico ospita oggi una collezione di automobili, cimeli, modellini e manifesti pubblicitari di artisti che copre l’intera storia dell’azienda. Un’azienda – vale la pena ricordarlo – che non nacque con l’obiettivo esclusivo di costruire automobili, ma si è dedicata con successo ai settori più diversi, dai mezzi militari ai trattori per l’agricoltura, dagli autobus ai motori per le navi, fino all’impegno nel settore ferroviario, per non dire del caccia G91, aereo adottato dalla NATO. E ancora: hanno esibito il marchio Fiat anche frigoriferi, lavatrici, biciclette.


Ciò detto, l’automobile è stata però la protagonista assoluta della produzione Fiat dal dopoguerra in poi, come ampiamente documentato dall’archivio aziendale custodito nel museo: un patrimonio storico costituito da centinaia di migliaia di documenti e da più di 6 milioni di immagini e 200 ore di filmati. Di particolare interesse, ovviamente, è la parte dedicata a Dante Giacosa, il “papà” della 500 (ma anche delle precedenti 600 e Topolino). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino