Uber, Toyota investe 500 mln per sviluppo auto autonome. App vale 72 miliardi dollari

Uber, Toyota investe 500 mln per sviluppo auto autonome. App vale 72 miliardi dollari
NEW YORK - Uber scommette sulle bici elettriche e sugli scooter, preferiti alle auto nel lungo termine. Ma non perde di vista i veicoli autonomi e si allea con Toyota. Il colosso...

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NEW YORK - Uber scommette sulle bici elettriche e sugli scooter, preferiti alle auto nel lungo termine. Ma non perde di vista i veicoli autonomi e si allea con Toyota. Il colosso giapponese, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, punta a investire 500 milioni di dollari nell’app per auto senza conducente con l’obiettivo di sviluppare insieme vetture senza guidatore. L’investimento di Toyota valuta Uber 72 miliardi di dollari, una cifra leggermente superiore a quando vi ha investito Softbank all’inizio dell’anno. L’arrivo di Toyota segna un ‘rilanciò per il programma di auto autonome di Uber, che ha subito una battuta d’arresto dopo l’incidente mortale in Arizona. Un incidente che ha aperto un dibattito all’interno della società su come procedere e l’ha spaccata.


Con l’investimento di Toyota, il programma può invece ritrovare slancio e a costi più contenuti che non pesino eccessivamente sulle finanze del gruppo. Conti destinati nel breve termine a risentire della scommessa su bici elettriche e scooter. In un’intervista al Financial Times l’amministratore delegato di Uber, Dara Khosrowshahi, spiega come l’inversione di rotta dalle auto alle bici elettriche nel lungo termine pagherà anche se nel breve periodo l’iniziativa avrà un impatto negativo sulla società, che lo scorso anno ha perso 4,5 miliardi di dollari. «Durante le ore di punta non è efficiente» per un’ auto trasportare una persona per 10 isolati: «possiamo cambiare in modo che sia una vittoria per i clienti, una vittoria per le città - spiega Khosrowshahi -.


Finanziariamente nel breve termine potrebbe non essere esattamente una vittoria per noi, ma da un punto di vista strategico riteniamo sia quello che vogliamo fare guardando avanti». Il mercato della mobilità - aggiunge - vale 6.000 miliardi di dollari e non c’è un unico prodotto in grado di soddisfarlo interamente. Khosrowshahi non manca di accennare ai progressi compiuti da Uber nel migliorare la propria cultura interna dopo la serie di scandali che si sono succeduti. «Il lavoro resta incompleto e ci vorranno anni» ma molti passi in avanti, dice, ci sono stati. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino