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«Alla luce dei tempi burocratici di approvazione e ratifica da parte delle istituzioni coinvolte e della necessità di aggiornare la piattaforma Invitalia, è molto forte e preoccupante il rischio che i nuovi incentivi non siano operativi in tempi brevi, situazione che porterebbe a un ulteriore rallentamento o alla paralisi del mercato». Lo afferma il presidente dell’Unrae, Michele Crisci. «Il nuovo provvedimento dovrebbe, a quanto sembra, aver accolto le richieste dell’Unrae - spiega - che riguardano l’estensione dell’incentivo a tutte le imprese con bonus a importo pieno; l’aumento degli importi dell’Ecobonus; il riporto al 2024 dei fondi inutilizzati nel 2022 e, nel corso dell’anno, anche quelli del 2023 (complessivamente oltre 600 milioni); il probabile allungamento dell’orizzonte temporale di applicazione dell’Ecobonus al 2025.
Sul fronte del progresso verso la transizione energetica, intanto, il 2023 si conferma un anno perso come mostrano i dati sulle auto green: a dicembre le Bev hanno raggiunto quota 6% e le Phev il 4,0%, ma l’intero anno ha chiuso con le Bev ferme al 4,2% e le Phev al 4,4%, lontane dalle quote più elevate non solo dei major markets d’Europa ma anche di Paesi con Pil pro capite a parità di potere di acquisto inferiore rispetto all’Italia.
Il Mattino