Unrae, rischio freno vendite con effetto-annuncio incentivi. “Il 2023 un altro anno perso nella transizione energetica”

Un parco auto
«Alla luce dei tempi burocratici di approvazione e ratifica da parte delle istituzioni coinvolte e della necessità di aggiornare la piattaforma Invitalia, è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Alla luce dei tempi burocratici di approvazione e ratifica da parte delle istituzioni coinvolte e della necessità di aggiornare la piattaforma Invitalia, è molto forte e preoccupante il rischio che i nuovi incentivi non siano operativi in tempi brevi, situazione che porterebbe a un ulteriore rallentamento o alla paralisi del mercato». Lo afferma il presidente dell’Unrae, Michele Crisci. «Il nuovo provvedimento dovrebbe, a quanto sembra, aver accolto le richieste dell’Unrae - spiega - che riguardano l’estensione dell’incentivo a tutte le imprese con bonus a importo pieno; l’aumento degli importi dell’Ecobonus; il riporto al 2024 dei fondi inutilizzati nel 2022 e, nel corso dell’anno, anche quelli del 2023 (complessivamente oltre 600 milioni); il probabile allungamento dell’orizzonte temporale di applicazione dell’Ecobonus al 2025.

Sul fronte del progresso verso la transizione energetica, intanto, il 2023 si conferma un anno perso come mostrano i dati sulle auto green: a dicembre le Bev hanno raggiunto quota 6% e le Phev il 4,0%, ma l’intero anno ha chiuso con le Bev ferme al 4,2% e le Phev al 4,4%, lontane dalle quote più elevate non solo dei major markets d’Europa ma anche di Paesi con Pil pro capite a parità di potere di acquisto inferiore rispetto all’Italia. Tale ritardo ha avuto conseguenze negative sulle emissioni medie di CO2 che, contrariamente al trend di riduzione imposto dalle norme europee, sono addirittura cresciute nell’intero 2023 a 119,5 g/Km (+0,7%)». Crisci ricorda chenon è sufficiente agire solo sugli incentivi: «I Decreti attuativi della Delega Fiscale rappresentano un’occasione immediata per prevedere una revisione del regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, agendo su detraibilità Iva e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni. Ciò favorirebbe il rilancio di un settore utile anche ad un accelerato rinnovo del parco, considerato il veloce ricambio dei veicoli aziendali». 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino