Alimentazione elettrica e linee emozionali sono i cardini della strategia di Volkswagen, che continua ad ampliare la gamma ID. Da una parte ha aggiornato la...
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Alimentazione elettrica e linee emozionali sono i cardini della strategia di Volkswagen, che continua ad ampliare la gamma ID. Da una parte ha aggiornato la “pionieristica” ID.3, attualmente la più piccola auto sviluppata sulla piattaforma modulare elettrica del gruppo (MEB) con la quale ha debuttato la nuova famiglia a zero emissioni, della quale nel 2020 è stata anche la prima ad arrivare sul mercato, e dall’altra ha lanciato la ID.7, la vettura più grande, almeno per ora.
La prima revisione della compatta tedesca (4,26 metri di lunghezza, 20 millimetri in meno) è importante sul fronte estetico e tecnologico, perché il costruttore ha voluto ascoltare i propri clienti.
La vettura è una sorta di versione elettrica della Passat, che sostituirà progressivamente a cominciare dai mercati più “sensibili”. Per gli altri (ma non solo per quelli) il costruttore ha appena rilanciato con la nona generazione della vettura per i grandi viaggiatori e per i lunghi tragitti. Arriverà l’anno prossimo e sarà a listino esclusivamente come Variant, ossia familiare: misura 14 centimetri di lunghezza più di prima (491 cm). Le alimentazioni sono convenzionali e, al massimo, elettrificate. Oltre ai duemila benzina da 204 e 265 cavalli, ci sono i ben più interessanti (sicuramente in Italia) diesel di analoga cilindrata da 122, 150 e 193 cavalli. L’unità turbo benzina da 1.5 litri funge da base sia per la mild hybrid da 150 cavalli sia per le ricaricabili da 204 e 272 cv che, malgrado una batteria da nemmeno 20 kWh, dovrebbero essere in grado di percorrere fino a 100 km in elettrico. Il vano bagagli dei modelli tradizionali ha una capienza che, in base alla configurazione dei sedili, oscilla tra i 690 (40 in più di prima) e i 1.920 litri. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino