Il sindaco De Magistris: «Affittopoli a Napoli retaggio del passato»

Affittopoli è solo un retaggio del passato. A Palazzo San Giacomo ne sono sempre più convinti. Il primo a ribadirlo con forza ieri mattina è stato il sindaco....

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Affittopoli è solo un retaggio del passato. A Palazzo San Giacomo ne sono sempre più convinti. Il primo a ribadirlo con forza ieri mattina è stato il sindaco. «A Napoli - ha spiegato de Magistris - c'è l'esatto contrario. Abbiamo smantellato quella che era la vecchia affittopoli». Il riferimento del primo cittadino è molto chiaro. De Magistris punta l'indice contro gli avversari politici di oggi e di ieri. «Bassolino, Valente, Iervolino - ha proseguito il sindaco - hanno creato quello scandalo a cui noi poniamo rimedio. Loro avevano dato in gestione a un privato il patrimonio immobiliare pubblico, sono quelli degli affidamenti diretti, che non facevano pagare ai loro partiti. Noi - ha aggiunto il sindaco - mettiamo le regole, non gettiamo in strada chi è in stato di necessità, valorizziamo chi si sta occupando di beni abbandonati. Stiamo cercando di porre rimedio - ha concluso de Magistris - a quella che è la loro affittopoli, al massacro della città e delle voragini che ci hanno lasciato e soprattutto con la monnezza di cui sono stati monarchi assoluti».


Le questioni riguardanti la gestione degli immobili comunali sono state al centro, ieri mattina, della riunione della commissione consiliare Patrimonio. L'assessore al ramo Sandro Fucito è intervenuto ancora sul caso dei tanti immobili concessi a canoni super agevolati. Anche per Fucito non esiste una «affittopoli» in salsa partenopea. «Il patrimonio del Comune - ha spiegato l'assessore - comprende circa 26mila unità immobiliari ed è in gran parte costituito da alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica per i quali, così come prevede la legge, i canoni sono stabiliti in base al reddito». Sono 1500, invece, gli immobili compresi nel cosiddetto patrimonio disponibile. Si tratta di quei locali entrati a far parte del patrimonio comunale a seguito di lasciti, incorporazioni, acquisti. «Per tutti questi immobili - ha precisato l'assessore - il regime applicato dal Comune è quello degli affitti a canone concordato. Nel lontano 2000, la giunta comunale presieduta da Riccardo Marone decise di utilizzare una parte del patrimonio disponibile per risolvere l'emergenza abitativa, sulla base di graduatorie specifiche, con l'applicazione dei canoni previsti per l'Erp, quindi in relazione al reddito. L'ultimo contratto di questo tipo risale al 2012. I casi che hanno suscitato le analogie con l'Affittopoli romana a giudizio di Fucito- sono solo sei. «L'amministrazione - ha concluso Fucito - li sta monitorando per verificare se ci siano stati trattamenti di favore». Undici milioni di euro annui è il costo della gestione internalizzata del Patrimonio, a fronte degli oltre 50 milioni che - secondo i dati dell'assessore - venivano elargiti al precedente gestore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino