«Reddito di quarantena, mascherine e tamponi per tutti. Siamo l'altoparlante delle rivendicazioni della città, siamo l'unico palazzo sempre aperto, siamo con...
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Il sindaco spiega: «per comprendere quanto è difficile il momento attuale ci sono le persone che abbiamo visto protestare oggi e chiedere quello che noi stiamo chiedendo sin dall'inizio. Reddito di quarantena o di emergenza, tamponi e mascherine per tutti. Il popolo si è unito in questo. Mi auguro che queste rivendicazioni trovino unita la città e vengano rivolte verso altre istituzioni». De Magistris sottolinea che «il sindaco non può che essere l'altoparlante. la forza e l'energia di tutto questo, ma non può essere certo il Comune di Napoli a creare il reddito, dare mascherine e tamponi per tutti ma lo Stato e la Regione. Evidentemente il Comune è l'unico Palazzo aperto il 25 aprile perchè noi siamo con il popolo e per il popolo».
Alle 15, munito di mascherina, fascia tricolore e con il pugno chiuso levato in alto, de Magistris ha intonato ssieme agli assessori e al presidente della sezione napoletana dell'Anpi, Antonio Amoretti, «Bella ciao» dai balconi di Palazzo San Giacomo. «Un'idea che ci è venuta spontanea - ha poi spiegato il sindaco de Magistris - nel momento in cui abbiamo aderito alla proposta dell' Anpi, assieme a Cgil, Cisl e Uil, di cantare alle 15 'Bella ciaò dai balconi. E siccome questa è la casa della città e del popolo, la prima città in Europa a liberarsi da sola dall'oppressione nazifascista con le quattro giornate di Napoli, abbiamo deciso di farlo dai balconi del Comune con gli altri assessori e con Antonio Amoretti (il partigiano-ragazzino, ndr), protagonista ad appena sedici anni delle Quattro giornate di Napoli e presidente della locale sezione dell'associazione nazionale dei partigiani. Questa è la memoria - ha concluso il sindaco partenopeo - e l'attualità ma anche il futuro della nostra città che lotterà sempre per i valori di libertà, uguaglianza, di fratellanza e di giustizia».
Il Mattino