25 aprile a Napoli, de Magistris lancia l'appello: «Reddito di quarantena e tamponi per tutti»

25 aprile a Napoli, de Magistris lancia l'appello: «Reddito di quarantena e tamponi per tutti»
«Reddito di quarantena, mascherine e tamponi per tutti. Siamo l'altoparlante delle rivendicazioni della città, siamo l'unico palazzo sempre aperto, siamo con...

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«Reddito di quarantena, mascherine e tamponi per tutti. Siamo l'altoparlante delle rivendicazioni della città, siamo l'unico palazzo sempre aperto, siamo con il popolo e per il popolo». Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris alle celebrazioni del 25 aprile. «Anche quest'anno - ha detto il primo cittadino al termine della cerimonia commemorativa nel cortile di Palazzo San Giacomo - in piena pandemia abbiamo voluto ricordare il 25 aprile e per la prima volta lo si fa nel Palazzo del popolo, della città, del governo, sotto la lapide degli eroi della Resistenza per ricordare che Napoli fu la prima città d'Europa, con una rivolta di popolo, a liberarsi dall'oppressione nazifascista».




Il sindaco spiega: «per comprendere quanto è difficile il momento attuale ci sono le persone che abbiamo visto protestare oggi e chiedere quello che noi stiamo chiedendo sin dall'inizio. Reddito di quarantena o di emergenza, tamponi e mascherine per tutti. Il popolo si è unito in questo. Mi auguro che queste rivendicazioni trovino unita la città e vengano rivolte verso altre istituzioni». De Magistris sottolinea che «il sindaco non può che essere l'altoparlante. la forza e l'energia di tutto questo, ma non può essere certo il Comune di Napoli a creare il reddito, dare mascherine e tamponi per tutti ma lo Stato e la Regione. Evidentemente il Comune è l'unico Palazzo aperto il 25 aprile perchè noi siamo con il popolo e per il popolo».
 
Alle 15, munito di mascherina, fascia tricolore e con il pugno chiuso levato in alto, de Magistris ha intonato ssieme agli assessori e al presidente della sezione napoletana dell'Anpi, Antonio Amoretti, «Bella ciao» dai balconi di Palazzo San Giacomo. «Un'idea che ci è venuta spontanea - ha poi spiegato il sindaco de Magistris - nel momento in cui abbiamo aderito alla proposta dell' Anpi, assieme a Cgil, Cisl e Uil, di cantare alle 15 'Bella ciaò dai balconi. E siccome questa è la casa della città e del popolo, la prima città in Europa a liberarsi da sola dall'oppressione nazifascista con le quattro giornate di Napoli, abbiamo deciso di farlo dai balconi del Comune con gli altri assessori e con Antonio Amoretti (il partigiano-ragazzino, ndr), protagonista ad appena sedici anni delle Quattro giornate di Napoli e presidente della locale sezione dell'associazione nazionale dei partigiani. Questa è la memoria - ha concluso il sindaco partenopeo - e l'attualità ma anche il futuro della nostra città che lotterà sempre per i valori di libertà, uguaglianza, di fratellanza e di giustizia». 

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Il Mattino