Napoli: abbeveratoio di Calata Capodichino, approvato il progetto per il monumento a rischio crollo

Napoli: abbeveratoio di Calata Capodichino, approvato il progetto per il monumento a rischio crollo
Un simbolo della storia di Napoli cade a pezzi, da tempo abbandonato nel degrado più totale. L'Abbeveratoio di Capodichino - nel quartiere San Carlo all'Arena,...

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Un simbolo della storia di Napoli cade a pezzi, da tempo abbandonato nel degrado più totale. L'Abbeveratoio di Capodichino - nel quartiere San Carlo all'Arena, nell'area nord della città - sarà presto restaurato e riportato al suo splendore. Il Comune di Napoli, infatti, ha approvato il progetto esecutivo e stanziato centomila euro per i lavori.

La vasca in piperno addossata alla parete di tufo lungo Calata Capodichino risale al 1943. Per alcuni decenni è stata usata come abbeveratoio per gli animali usati negli spostamenti da e verso la città. In particolare, l'opera è stata realizzata per volere della duchessa Elena D'Orleans in favore dei tanti viandanti che attraversavano l’arteria. In effetti, sin dall'antichità Calata Capodichino, oggi strada della III municipalità, era attraversata da migliaia di persone: in questo posto ci si fermava per far bere e riposare i cavalli, ma non solo, interessati da lunghi viaggi resi ancora più faticosi da importanti carichi di merce. Il volere della duchessa d'Aosta - che diventa realtà grazie al progetto di Giovanni Mongiello e Amedeo Teotolato - era inspirato al principio delle sette opere della misericordia e, in particolare, al principio di "Dar da bere agli assetati".

In diversi anni di abbandono il monumento è caduto in rovina ed è stato preso di mira da vandali e delinquenti: da un lato i dissesti e i cedimenti della parete tufacea su cui è addossata la vasca, dall'altro i segni di effrazione all'opera da parte degli incivili. L'Abbeveratoio di Calata Capodichino è caratterizzato da quattro elementi principali: la parete di fondo in tufo giallo napoletano, la cornice in piperno, l'effige commemorativa in marmo e la vasca in tufo. In quest'ultima un tempo arrivava l'acqua del Serino convogliata grazie alla condotta idrica dei vicini Ponti Rossi. L'epigrafe, oltre a indicare la data di costruzione dell’attuale monumento, riporta il versetto del Vangelo di Matteo: «Venite a me tutti voi che siete affaticati e io vi ristorerò».

Lo stato di conservazione dell’opera è pessimo, come appurato dai tecnici comunali che hanno lavorato al progetto: questi evidenziano l'incuria e l'assenza di manutenzione ordinaria. La vasca è da tempo ricettacolo di spazzatura. Tutte le superfici del monumento sono interessate da annerimento e parti di esse sono ricoperte da vegetazione infestante. Gli atti vandalici e i furti hanno provocato diverse lesioni, specie agli elementi in piperno. Il degrado riguarda anche le parti in tufo che risultano erose. Negli atti approvati da Palazzo San Giacomo si evidenzia il pericolo di ribaltamento dell'intera parete del monumento che non è ancorata al muro di contenimento retrostante dal quale dista circa venti centimetri. Il rischio è la perdita irreversibile del monumento, di qui l’esigenza di interventi urgenti.

I lavori prevedono la messa in sicurezza della parete di fondo e la rimozione di tutti i materiali che provocano degrado, a partire dalla vegetazione infestante. Le parti in marmo e piperno saranno pre-consolidate. Tali operazioni preliminari consentiranno la successiva pulitura di tutte le superfici del monumento. Lesioni e fessurazioni saranno trattate con stuccature e microstuccature. In seguito si procederà al rifacimento degli intonaci della parete di fondo e alla tinteggiatura a base di calce. Inoltre, sarà applicato un protettivo, utile a “rallentare” il processo di degrado provocato dagli agenti atmosferici, e un prodotto antiscritta, utile per l'eventuale successiva rimozione di scritte vandaliche. In ultimo, l'impianto idrico verrà completamente sostituito: sarà a riciclo d'acqua e non a getto continuo. Nei documenti si specifica che tra le opere complementari sono previste l’installazione di una scossalina in alluminio dotata di gocciolatoio, la realizzazione di una cancellata in ferro battuto e la realizzazione di un impianto di illuminazione.

Gli interventi - il cui progetto è stato curato dagli architetti del Servizio 'Arredo urbano' del Comune di Napoli - hanno ottenuto l'autorizzazione della locale Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio essendo l'Abbeveratoio di Napoli nord un edificio sottoposto a vincolo di tutela monumentale. Per il restauro dell’opera lungo Calata Capodichino saranno necessari novanta giorni.



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Il Mattino