Abc Napoli, comitati acqua pubblica infuriati e Montalto: ricorso al Tar

Abc Napoli, comitati acqua pubblica infuriati e Montalto: ricorso al Tar
Finisce in bagarre l'assemblea dei comitati sull'acqua pubblica. La scelta del sindaco de Magistris, di revocare l'oramai ex presidente Abc Maurizio Montalto ha aperto...

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Finisce in bagarre l'assemblea dei comitati sull'acqua pubblica. La scelta del sindaco de Magistris, di revocare l'oramai ex presidente Abc Maurizio Montalto ha aperto uno scontro senza precedenti tra l'amministrazione e il coordinamento del quale fa parte padre Alex Zanotelli. Ieri la crepa si è ulteriormente allargata. A fine assemblea nervi tesi e parole grosse sono volate tra alcuni presenti e un paio di lavoratori del Consorzio di San Giovanni, che hanno interrotto l'intervento al veleno dell'ex presidente Montalto. Sugli scudi anche il vicesindaco Raffaele del Giudice, che si è scagliato contro chi ha messo alla porta, dopo il diverbio dialettico, i lavoratori. Ma andiamo con ordine. I primi a prendere parola sono stati i comitati con la loro portavoce Consiglia Salvio, che in breve ha spiegato la posizione del movimento: «Il sindaco ha revocato immotivatamente e senza condividere la scelta con il Consiglio civico e con i cittadini, il presidente e il CdA di Abc, interamente proposti dal basso.


Tra le motivazioni della revoca si afferma che il CdA avrebbe ostacolato il ciclo integrato impedendo il passaggio dei lavoratori del Consorzio, operazione fondamentale, dice il sindaco, per consentire ad Abc di partecipare alla gara per l'affidamento, preannunciando un pericoloso ritorno alla Spa». La paura dei comitati riguarda il pericolo della privatizzazione dell'azienda speciale che gestisce il ciclo delle acque in città: un'accusa che il sindaco ieri ha rimandato al mittente: «Zanotelli sbaglia bersaglio. Nessun tradimento sull'acqua pubblica». Ma il nodo politico che ha portato alla rottura tra Montalto e il sindaco è un altro: la stabilizzazione dei 107 lavoratori del Consorzio di San Giovanni e il conseguente passaggio degli impianti di sollevamento ad Abc. «Manca la copertura finanziaria per portare a termine questa operazione e nessuna somma è stata accantonata per garantire la sicurezza di un sistema mal funzionante, anche a tutela dei lavoratori stessi» tuonano i comitati. Gli impianti secondo le perizie ordinate dall'azienda non sarebbero a norma. Del Giudice prova a difendere la scelta dell'amministrazione: «Questa idea della macchinazione non ha motivo di esistere. Viviamo un assedio del governo regionale e centrale sul tema.


Bisogna ammodernare gli impianti è vero, ma contemporaneamente pensare ai lavoratori e alle loro famiglie». Poi la testa lascia il cuore alla pancia: «Dove sta scritto che vogliamo privatizzare l'Abc? si infervora Del Giudice - Assicuriamo che non c'è nessuna apertura ai privati. Il nostro dovere è quello tutti insieme di fare la battaglia politica per garantire l'acqua pubblica a Napoli». Poi parla l'ex presidente Montalto, che annuncia l'impugnazione davanti al Tar del decreto di revoca dell'intero CdA: «Sono stato maltrattato dal sindaco davanti ad ogni telecamera - tuona - Ha sbugiardato il lavoro di un intero CdA. Mi spiace però che non ha detto una parola quando ho subito minacce. De Magistris guida un'amministrazione irresponsabile. Il decreto di revoca che ha formulato è di una cattiveria unica. Il Comune incalza Montalto - ha avuto una sola attenzione per l'azienda, non l'acqua o il ciclo integrato, ma il licenziamento del direttore di Abc. Per non parlare dei dirigenti protetti dai partiti e altri dal capo di Gabinetto». Dopo le pesanti accuse Montalto mette in fila alcuni dati: «Impianti fuorilegge. Rispetto alle risorse previste dal Comune, in tre anni, per questa operazione del passaggio degli impianti, sarebbero serviti altri 25 milioni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino