OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Cinque giorni di sospensione ai promotori dell'occupazione e tre agli studenti che li hanno seguiti. È la sanzione disciplinare comminata ai settanta alunni del liceo Alfonso Maria de' Liguori di Acerra per aver occupato la scuola dall'8 all'11 gennaio impedendo il rientro in classe dopo la lunga pausa delle festività natalizie.
L'occupazione fu decisa dai ragazzi per dare subito, sin dall'inizio del nuovo anno, un segnale forte sull'emergenza ambientale in cui si trova il territorio della provincia di Napoli, stretto nella morsa dei rifiuti, delle polveri sottili e del termovalorizzatore. Ma il preside Giovanni La Montagna, un passato da assessore comunale nelle fila dei Popolari, e gli insegnanti hanno deciso di non farla passare liscia agli studenti «ribelli». Ne hanno individuati settanta e li hanno sospesi. Chi è stato definito «promotore» dell'occupazione, come si scrive nella lettera di sospensione firmata dal preside, ha subito la punizione più lunga: cinque giorni. Chi invece ha seguito i «promotori» da «partecipante» di giorni ne ha rimediati tre. Una punizione sottile. «Un atto di repressione gravissimo», attaccano gli studenti.
La sospensione, che è iniziata lunedì e che durerà, a seconda dei casi, fino a oggi, è stata disposta con l'obbligo della frequenza in classe.
La riunione del consiglio d'istituto che ha dato il via ai provvedimenti disciplinari è del 19 gennaio. Vi parteciparono il preside, i rappresentanti degli insegnanti, dei genitori, degli studenti e del personale ata. La discussione che ne scaturì fu incentrata su una precedente riunione del consiglio d'istituto, quella dell'8 gennaio, tenuta mentre il liceo era occupato dai ragazzi. In quella riunione i docenti, in gran parte contrari all'occupazione, chiesero ai ragazzi di riunirsi e valutare l'opportunità di sospendere la protesta. C'è però un particolare. Durante quello stesso consiglio un insegnante chiese di non verbalizzare le dichiarazioni dei rappresentanti degli studenti. Motivo della richiesta: tutelare i ragazzi da possibili conseguenze disciplinari e giudiziarie. Ma la maggioranza del consiglio, preside compreso, decise di far verbalizzare le dichiarazioni degli studenti e non quella dell'unico docente che li supportava. Ad ogni modo, il giorno dopo, martedì 9, gli studenti respinsero l'appello dei professori a sciogliere l'occupazione. Occupazione poi terminata giovedì 11 gennaio, con due giorni di anticipo rispetto ai programmi, a causa della decisione degli stessi occupanti di garantire la sicurezza dell'edificio. Infine sabato 13 gli studenti sfilarono in corteo ad Acerra contro l'inquinamento e l'inceneritore.
Nel consiglio d'istituto successivo, quello del 19 gennaio, il preside La Montagna propose di delegare i consigli di ogni singola classe, composti dai docenti, dai genitori e dagli studenti, a prendere decisioni sulle sanzioni disciplinari da adottare nei confronti di chi aveva occupato il liceo. Il 27 gennaio La Montagna ha fatto quindi recapitare presso le mail dei genitori degli studenti da punire le lettere di sospensione. «Le sospensioni sono un atto di repressione gravissimo ma non riusciamo ancora a capire - commentano alcuni studenti sospesi - con quale criterio abbiano scelto chi sospendere. Ci hanno riferito che il preside e alcuni insegnanti avrebbero utilizzato delle fotografie che non si sa da chi siano state scattate. Il preside ci ha deluso moltissimo perché prima dice che dobbiamo fare ogni sforzo per contrastare questa terribile situazione ambientale ma poi ci denuncia e ci sospende».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino