«Mille euro come una tantum, e poi la spesa gratis a nostro piacere. Sennò vi incendiamo il supermercato». Le voci di dentro dell'imposizione del racket...
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IL BLITZ
I poliziotti, insieme con i colleghi della squadra mobile di Napoli e agli agenti del reparto prevenzione crimine Campania, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, per il reato in concorso in tentata estorsione, richiesto dal pubblico ministero della procura di Nola, diretta da Annamaria Lucchetta, e disposta dal gip del tribunale di Nola. Il «gruppo di famiglia» è ora rinchiuso in una cella del carcere di Poggioreale in attesa delle decisioni del magistrato.
L'IRRUZIONE
I Tufano la sera del 30 giugno scorso fecero irruzione nel negozio, poco prima dell'orario di chiusura, e imposero ai titolati il pagamento di una mazzetta da mille euro, «tanto per cominciare e la spesa gratis ogni volta che gli andava». Alla richiesta le vittime reagirono verbalmente e cercarono di prendere tempo. Tutta la scena fu notata da una pattuglia di agenti del commissariato di Acerra, che in borghese che a bordo di un'auto civetta, si trovavano nei pressi del supermercato, ritenuto dalle forze dell'ordine un obiettivo sensibile sia per le rapine che per le richieste estorsive. Un servizio di prevenzione, sul modello dei falchi, fortemente voluto dal dirigente del commissariato, che ha puntato molto sulla polizia di prossimità. E non appena i Tufano si allontanarono dal negozio, i poliziotti chiesero ai titolari il motivo di quella visita e la discussione accesa che era seguito. Le vittime, pure con gli agenti, cercarono di guadagnare un po' di tempo, accampando un serie di scuse, nessuna delle quali reggeva. E allora gli agenti sequestrarono le registrazioni dell'impianto di videosorveglianza, dalle cui immagini e dal labiale erano evidenti sia la richiesta estorsiva che la punizione in caso di mancato pagamento. Le vittime non hanno potuto fare altro che denunciare; e la «carriera» degli estorsori è stata bruscamente interrotta con l' arresto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino