ACERRA. Il nove aprile del 1978, don Antonio Riboldi faceva il suo ingresso in città. Era stato nominato vescovo della diocesi da papa Paolo VI. Ad accogliere quel prete...
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Con loro anche don Vito Nardin, il padre generale dei Rosminiani, l’ordine a cui aveva aderito fin da giovane novizio don Antonio ed il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri. Le spoglie di don Riboldi, strenuo lottatore fin dal suo arrivo del malaffare e della camorra riposano nella cattedrale, alla destra dell’altare. “È stato un profeta e come Samuele si è ribellato ai poteri terreni in nome della fede in Dio ed in nome della libertà. Un pastore per tutti coloro che lo hanno seguito anche attraverso le sue omelie quotidiane sul web”, commenta monsignor Di Donna. Monsignor Riboldi, è stato vescovo di Acerra per oltre un ventennio dal 1978 al 1999 ed è morto il 10 dicembre scorso a Stresa nel Collegio dei padri Rosminiani dove era in vacanza. I suoi scritti verranno ristampati e raccolti in un volume. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino