Emergenza idrica in provincia: la Regione lancia l'allarme. «Bisogna risparmiare sui consumi e usare in maniera più responsabile un bene essenziale per la vita...
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I comuni interessati dalla crisi sono quelli dell'area nord occidentale e dell'area flegrea. «Il problema è molto serio e va affrontato con una strategia sovracomunale condivisa e portatrice di risultati importanti - spiega il primo cittadino di Casoria, il democrat Pasquale Fuccio Nell'immediato partiremo con una massiccia campagna di sensibilizzazione, ma senza dubbio è necessario anche avviare una serie di controlli sul territorio per evitare sprechi». Che non sono pochi. A partire da quelli delle reti idriche, sempre più fatiscenti e sforacchiate. Ma il problema coinvolge, secondo uno studio promosso qualche anno fa da alcuni giovani universitari, anche quelle aziende che utilizzano fornitura idropotabile per scopi che non richiedono un livello qualitativo elevato. La razionalizzazione dei consumi idrici, secondo alcuni amministratori dei comuni a nord di Napoli, va perseguita pertanto anche con una politica tesa a limitare le forniture idriche alle utenze industriali solo per la quota necessaria al consumo umano e per quelle lavorazioni per le quali può risultare problematico o impossibile utilizzare la doppia fonte.
L'acqua che arriva ai rubinetti delle abitazioni dei residenti, e non solo, nei comuni interessati dalla crisi è quella delle sorgenti del Gari, Peccia, Sammucro, Biferno Urciuoli e Acquaro Pelosi che alimentano, tra l'altro, l'acquedotto del Serino che è tra quelli che fornisce anche altri territori del Napoletano. «Purtroppo non è possibile incrementare ulteriormente la portata di quelle fonti e in vista della stagione estiva è perciò tassativo utilizzare l'acqua in maniera razionale», fanno rilevare dalla Regione. Di qui l'invito del responsabile dell'Acquedotto Campano, Ciro Pesacane, e del direttore generale della Direzione regionale dell'Ambiente, Michele Palmieri, mirata a sensibilizzare i sindaci affinchè intervengano in maniera convincente sulla popolazione residente. Non solo. Gli amministratori locali dovranno trovare anche le dovute contromisure affinchè la prevista riduzione delle risorse idriche non abbia ripercussioni di carattere igienico-sanitario e non metta a rischio quei servizi di primario interesse per i cittadini. Nei sedici comuni interessati dall'ordinanza regionale sono operativi, infatti, anche quattro ospedali (anche di grandi dimensioni come quello di La Schiana di Pozzuoli e di Giugliano), una casa di cura convenzionata e numerosi centri sanitari che potrebbero subire contraccolpi gravi dalla crisi idrica.
«C'è la necessità di capire, intanto, perché la carenza interessa solo alcuni territori e non altri, sebbene molti siano peraltro contigui affermano alcuni esercenti dell'area nord Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma è opportuno che i Comuni mettano in campo delle autentiche task force per evitare gli sprechi. C'è gente che consuma a sbafo, imprese che utilizzano acqua potabile per usi inappropriati nei confronti delle quali mai alcuno ha alzato un dito. E, paradossalmente, c'è anche chi non paga». La Regione con la legge di riordino del servizio idrico integrato e con l'istituzione dell'Ente Idrico Campano, nel 2015, ha individuato un ambito territoriale unico di dimensioni regionali, suddiviso in ambiti distrettuali all'interno dei quali affidare il servizio ai singoli gestori. Si è trattato di un primo passo per cercare di mettere ordine nel settore, riconoscendo l'acqua bene essenziale per la vita umana e assicurando la disponibilità e l'uso a tutti i residenti, provvedendo contemporaneamente anche alla tutela e alla corretta utilizzazione delle risorse idriche nel rispetto delle direttive comunitarie. I risultati ottenuti però non sono ancora soddisfacenti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino