Acqua e bibite vietate nei lidi di Bacoli, la diffida del sindaco: «È un abuso»

Acqua e bibite vietate nei lidi di Bacoli, la diffida del sindaco: «È un abuso»
«Trovo intollerabile vietare l'ingresso in spiaggia di bottiglie d'acqua. Trovo intollerabile perquisire, all'ingresso dei lidi, le borse frigo delle famiglie...

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«Trovo intollerabile vietare l'ingresso in spiaggia di bottiglie d'acqua. Trovo intollerabile perquisire, all'ingresso dei lidi, le borse frigo delle famiglie per impedire l'accesso ai lettini di panini preparati da casa». Il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione è furibondo e lancia durissimi strali, via social, ai titolari di stabilimenti balneari che stanno obbligando i clienti a consumare esclusivamente cibi e bevande comprati sul posto. Sarebbero soltanto un paio, sui 21 esercenti, ma per il sindaco non fa differenza. Dopo aver ricevuto lamentele e segnalazioni di diverse mamme, in queste ore sta facendo partire lapidarie lettere di diffida. «A Bacoli - scrive il sindaco sulla sua pagina Facebook - questi scempi devono finire. Sono comportamenti che offendono la nostra terra, la nostra comunità. E che danno il segnale di una convinzione, errata. Sia chiaro. Chi gestisce uno stabilimento balneare non è il padrone. È il concessionario di un bene demaniale che gestisce un patrimonio pubblico, per un tempo. Perché la spiaggia è di tutti, il mare è di tutti». 

Due chilometri di costa dal promontorio di Capo Miseno a Miliscola, una litoranea in cui si alternano stabilimenti balneari gestiti da concessionari, lidi militari e pochi tratti di spiaggia libera. Arenili già affollati e lidi ben attrezzati ad accogliere la clientela. «Ho profondo rispetto - aggiunge Della Ragione - per quegli imprenditori che, con passione e nel rispetto delle regole, investono sui beni demaniali. Per chi li valorizza. Ho rispetto per chi paga le tasse, per chi garantisce contratti regolari ai lavoratori, per chi assicura la tutela dei più basilari diritti dei bagnanti. Per loro, e ne conosco tanti, tutta la mia stima». Ma per chi sgarra, solo critiche. «I beni demaniali sono di tutti. Gestirli, deve rappresentare un grande onore. È finita l'epoca dei prenditori, nel nostro paese». In realtà, secondo gli operatori balneari, i prenditori sarebbero soltanto due, gli unici a non aver aderito all'associazione che li raduna, Alba Flegrea. «I gestori dei lidi - dice il presidente, l'avvocato Domenico Ciccarelli - non hanno alcun potere per effettuare perquisizioni. Ma, a quanto ci risulta, la stragrande maggioranza degli stabilimenti non crea problemi a chi accede in spiaggia con piccole borse frigo. D'altro canto - è la replica a Della Ragione - sarebbe opportuno colpire chi adotta tali procedure, non credo il modo più giusto sia far passare il concetto che tutti lo facciano». Luciano Santini, vicepresidente di Alba Flegrea e titolare del Turistico Beach Park di Miliscola, aggiunge: «Nel nostro lido non abbiamo mai controllato le borse dei bagnanti. È stato sempre consentito l'accesso a chi porta cibo e acqua. Seguiamo alla lettera il regolamento di disciplina balneare della capitaneria di porto». 

Nessun divieto, insomma. E non basta. Non solo i panini portati da casa sono tollerati, ma anzi - tengono a far sapere gli imprenditori - in questo periodo di grave crisi economica, sono assicurate riduzioni. «Ai residenti offriamo uno sconto del 50 per cento sulle attrezzature balneari», aggiunge Santini. Gianni Illiano, titolare del lido Aqua Beach di Miliscola e altro leader di Alba Flegrea, afferma: «Ho sempre fatto entrare chi ha le borse frigo e faccio sconti ai residenti. Come categoria dobbiamo prendere le distanze da comportamenti, mortificanti, che mettono tutti noi in cattiva luce». Gli stabilimenti sono dotati di bar e sala ristorante, ma è a discrezione del cliente fermarsi per consumazioni. In linea di principio il divieto di cibi esterni è possibile, fa sapere Fipe Campania: ma in questi casi è fondamentale «rendere visibile il regolamento prima che il cliente paghi il biglietto». 

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Il Mattino