Affari ad Aberdeen: la Scozia diventa l'Eldorado della camorra

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Ad Aberdeen aveva messo le radici Antonio La Torre, fratello di Augusto La Torre, il capo del clan egemone a Mondragone e nei comuni del litorale domizio. E Mentre Augusto uccideva e poi, subito dopo, si pentiva e confessava 40 omicidio tenendo sotto scacco altri affiliati minacciandoli di «cantarli» ai magistrati, il fratello apriva Pavarotti, il ristorante, in Scozia.



Antonio La Torre aveva messo in piedi una fiorente catena di locali con cibo italiano: ma il suo soggiorno scozzese finì nel 2005, quando fu arrestato da Scotland Yard e spedito in Italia. Da Aberdeen però riparte un rapporto che il centro di ricerca Transcrime, un think thank tra l'università di Trento e la Cattolica di Milano che si occupa della dimensione economica dei fenomeni criminali, sta definendo in queste settimane e di cui un estratto è stato pubblicato sui giornali inglesi. In particolare, è stato The Independent a fornire i primi dati dell'estensione della piovra mafiosa ad Aberdeen, la città d'Argento e terza city della Scozia con oltre 220mila abitanti.



Questo «gioiello» scozzese è, secondo le prime bozze del rapporto Transcrime, la testa di ponte della camorra in Gran Bretagna. Nella città famosa per i graniti - è la tesi sostenuta nel rapporto preliminare - la camorra controlla settori chiave come ristorazione, lavori pubblici, vendita al dettaglio e all'ingrosso di prodotti alimentari. Le osservazioni del rapporto partono appunto dalla presenza di Antonio La Torre e dal suo ruolo nell'industria della ristorazione di Aberdeen per circa 20 anni. Vent'anni che il rapporto studia a cominciare dal ruolo del suo ristorante «Pavarotti» ritenuto un centro di riciclaggio del denaro del clan in Italia.





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