Agguato a Napoli, pregiudicato ferito tra la folla: il fratello fu ammazzato sei anni fa

Agguato a Napoli, pregiudicato ferito tra la folla: il fratello fu ammazzato sei anni fa
Il killer solitario è entrato in azione di primo mattino conoscendo bene le abitudini del suo bersaglio. Poco dopo le otto di ieri il fragore dei colpi di pistola è...

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Il killer solitario è entrato in azione di primo mattino conoscendo bene le abitudini del suo bersaglio. Poco dopo le otto di ieri il fragore dei colpi di pistola è risuonato in via Terracina tra i pendolari che andavano al lavoro e le massaie che uscivano per fare la spesa: a cadere, ferito in maniera grave, sotto almeno quattro colpi di pistola è Gaetano Mercurio, pregiudicato 43enne residente nei pressi del Parco Angela, a due passi dalla Loggetta.


Panico tra la gente in strada e fuggi fuggi generale: l'uomo armato, con il volto semicoperto, ha atteso che Mercurio uscisse dal portone del proprio palazzo, lo ha seguito e gli ha esploso contro numerosi colpi di pistola: i proiettili hanno raggiunto la vittima alla gamba e all'addome, raggiungendo il fegato, l'intestino e la milza.

Subito dopo l'attentatore si è dileguato, salendo a bordo di un'auto sulla quale ad attenderlo c'era un complice.

Mercurio è crollato al suolo, perdendo molto sangue. Immediatamente qualcuno lo ha caricato a bordo di una macchina che ha portato il ferito al vicino ospedale San Paolo: giunto in gravi condizioni, Mercurio è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. La prognosi resta riservata anche se i medici nutrono un cauto ottimismo.

Eppure un fatto appare certo: chi ha premuto il grilletto puntando l'arma contro il 43enne voleva uccidere.
 
Indagini a trecentosessanta gradi condotte dai militari della compagnia di Bagnoli, agli ordini di Gianluca Galiotta. Pochi dubbi sul fatto che la matrice del raid sia riconducibile a un contesto di criminalità organizzata.

Mercurio ha precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e rapina. Sei anni fa suo fratello venne assassinato mentre era in corso una faida di camorra tra gruppi rivali; il suo nome era comparso anche in alcune inchieste sulla criminalità organizzata della zona occidentale di Napoli.


E non si può escludere - anzi le indagini avrebbero già imboccato questa pista - che l'agguato di ieri in via Terracina si inserisca nell'alveo dei contrasti e delle frizioni che da qualche tempo sembrano essere tornate a scuotere la pax siglata per convenienza dalle famiglie criminali attive nell'area compresa tra Soccavo, il Rione Traiano e Fuorigrotta. Soltanto a Fuorigrotta operano quattro gruppi: Troncone, Bianco, Zazo e Iadonisi. Da alcune recenti informative emerge che lo stesso Gaetano Mercurio, un tempo vicino ai Bianco, si sarebbe avvicinato al gruppo Troncone.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino